Venerdì 13 agosto - E infine ho ascoltato la Venere Nera. I suoi verdi occhi mi hanno stregato. E sono partito, anzi siamo partiti, in un pomeriggio bollente con il termometro che segna 38 gradi. Marco ed io, con le nostre biciclette cariche di tutto il necessario per pedalare, dormire, cucinare e soprattutto per arrampicare.
La gloriosa Colnago è felice di prendere aria e fare girare le sue vecchie ruote, acciaio e titanio a riflettere l'implacabile luce del sole, a specchiarsi vezzose nelle acque del lago.
Al seguito, con l'altrettanto glorioso Carthago, Alberto e Carlo procedono con tutto il necessario per le riprese video.
Si pedala, si chiacchiera, si pedala, si mangiano gelati, si pedala, si fa un bagno nel lago, si pedala. E fa sera mentre risaliamo il Mera e ci incastriamo tra le cime granitiche del Masino-Bregaglia.
Per un attimo scorgiamo, oltre le creste, la cuspide granitica del Pizzo Badile, la sua parete nord-ovest nella calda luce del tramonto ed Il Magnifico che punta la sua dritta linea d'ombra verso la vetta. Forse è una visione o forse no. È tutto vero e noi siamo lì, lo sento sulla pelle madida di sudore ed incrostata di polvere e sale. Lassù, su quelle creste, desideriamo arrivare. Se ce la faremo non lo so, so solo che siamo determinati e di certo ci proveremo. E con il buio ci accoglie il Crotto Quartino e le sue porzioni pantagrueliche di pizzoccheri e il buon vino. Poi stendiamo i sacchi a pelo. Mentre scivolo nel sonno, sento la stanchezza sciogliersi nelle gambe e ripenso alla strada percorsa e al nostro viaggio appena iniziato. Così una gioia sottile sale e mi colma corpo e mente. E sono felice.
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