sabato 15 giugno 2013

STIAMO VOLANDO



“Stiamo volando!” urlano i due piccoli dalla fila davanti. Le ruote si sono appena staccate dalla pista di decollo. La carlinga è inclinata e punta con decisione verso l’alto. I motori fanno vibrare qualsiasi cosa, rombano. Stiamo volando, vorrei anch’io esclamarlo, ma mi limito a fare rotolare queste due parole nella mia mente. Sorrido per l’innocente stupore urlato dai due cuccioli. Forse è lo stesso stupore mio, quello che provo ad ogni decollo e che la mia età non mi fa urlare. Sorrido al pensiero di me che, al prossimo viaggio, mi metto ad urlare ”Stiamo volando! Stiamo volando!”, tra gli sguardi attoniti di sconosciuti passeggeri.
“Più su!” urla uno dei cuccioli. “Si! Più su!” gli fa eco l’altro. Loro danno voce al mio stupore. L’aereo è piegato in una lunga virata, accelera schiacciandoci contro i sedili, dal nostro finestrino guardiamo in su, verso le nubi. Ci entriamo, ci accolgono, ci avvolgono. Attraversiamo mondi di inconsistenti vapori. Turbolenze atmosferiche ci fanno danzare, vuoti d’aria tolgono il fiato. I bimbi urlano meravigliati e lanciano esclamazioni di gioia. Li guardo di squincio tra i sedile, ne vedo le teste ricciute e sorrido. Poi si cresce e arrivano paure, che come lame si insinuano nella tua mente, paure incoerenti che lottano con il tuo raziocinio e che cerchi di tenere a bada, cerchi di nascondere. Le voci dei piccoli mi riscuotono dai pensieri e dai timori. Loro non sembrano averne, incollati ai finestrini godono di tutto, occhi spalancati al mondo che gli viene incontro. Si continua a ballare. Dagli oblò entra più luce. I cuccioli danno voce a me bambino ed esclamano: “Il cielo! Guarda!”. Stupore, continuo stupore. Mai dare nulla per scontato ed essere sempre pronti a meravigliarsi del cielo che vediamo tutti i giorni e che non è mai identico a se stesso. Sapere cogliere ogni piccola variazione. Infinte modulazioni di aria e vapori, sfiorati dalla luce. Voliamo tra architetture fantastiche.

Sono incollato al finestrino e mi sembra di essere in un film di Hayao Miyazaki, dove tutto è possibile. Il confine tra realtà e fantasia si infrange e il sogno prorompe nella vita, si fondono intimamente tra loro. Non importa il confine non importa il limite, non ci sono limiti e confini. Apro l’oblò, i due bimbi mi prendono per mano e usciamo a giocare tra quei giganteschi cuscini candidi. Saltare, nascondersi, correre, urlare, ridere. Nessuno si è accorto che siamo usciti. Nessuno si cura di noi. C’è chi legge, chi chiacchiera, chi dorme, chi guarda fuori distratto. Noi siamo lì, fuori. Felici giochiamo tra i vapori leggeri, sospesi tra le mille e mille goccioline d’acqua. D’improvviso si colorano d’arcobaleno, sgraniamo gli occhi per la meraviglia. Immobili guardiamo la luce che ci attraversa- I colori ci avvolgono, iniziamo a ballare e a rotolarci tingendoci di mille sfumature. Alziamo lo sguardo verso il sole. L’aereo è la in alto, avanza insieme a noi. Ora noi siamo nella sua ombra e tutto intorno ci abbracciano cerchi concentrici di luce e colori. Un arcobaleno tondo ci avvolge, ci protegge. In quel tunnel iridescente risaliamo la colonna d’ombra. Ci arrampichiamo veloci aggrappandoci ad appigli rossi, gialli, arancioni, verdi, blu, indaco e poi ancora rossi, gialli, … Come scimmiette veloci ed agili arriviamo all’aereo. I nostri sguardi complici si incrociano mentre rientriamo dall’oblò e quatti quatti lo richiudiamo dietro noi, senza fare alcun rumore. Nessuno si accorto della nostra fuga, riprendiamo possesso dei nostri sedili con sorrisi monelli stampati sulle labbra. Mi affaccio, oltre il vetro scorgo l’ombra dell’aereo proiettata sul soffice manto delle nubi, attorno a quel punto scuro anelli concentrici d’infinite goccioline difraggono la luce nelle sfumature dell’arcobaleno. “Lo spettro di Roentgen” mi dico mentalmente, mentre ripenso ai tempi del liceo e alle lezioni di fisica. Con voce squillante il bimbo nella fila davanti chiede: “Papà! Giochiamo?”. Io ascolto e sorrido.

9 giugno 2013 - 08:00 am

giovedì 13 giugno 2013

PICCOLE STORIE #6



Per questa volta vi risparmio una “Piccola Storia”, con relativa citazione e fotografia. Anzi nessuna fotografia e citazione ma la “Piccola Storia” anche se particolare non ve la toglie nessuno.

Ottomila sono le copie distribuite ed altrettanti sono i potenziali lettori di Le Alpi Orobiche, ma quanti sono coloro che leggono il notiziario? Difficile dirlo, però ora abbiamo una certezza, il sette per cento di loro lo legge e per la gran parte lo apprezza, a tal punto da dedicare del tempo per la compilazione della scheda di sondaggio e farcela pervenire. I risultati li trovate schematizzati a piè pagina. Di questi 470 lettori molti di loro ci hanno anche regalato un consiglio, una critica, un complimento. Vi ringraziamo tutti quanti e nelle pagine successive troverete una selezione dei commenti ricevuti. Questo insieme di consigli, associati al dato numerico ci permette di verificare il polso della situazione.

Vogliamo premettere che non sappiamo quanto questo campione sia statisticamente significativo e siamo certi che le preferenze espresse non rispecchiano la complessità di opinioni dei nostri associati che sfogliano il notiziario; sicuramente il lettore affezionato è più propenso a partecipare al sondaggio e fare sentire la sua voce. Coscienti di questi limiti abbiamo comunque cercato di analizzare i dati per meglio comprendere le vostre aspettative e soprattutto le nostre mancanze, al fine di migliorare costantemente il lavoro, stimolandovi alla lettura e, soprattutto, a un vostro coinvolgimento attivo nella preparazione del notiziario. Vorremmo riuscire a spronare gli associati a contribuire maggiormente con i loro scritti, le loro “Piccole Storie”.

Molti dei commenti che trovate pubblicati meriterebbero degli specifici approfondimenti, ma lo spazio che ci è concesso è limitato e quindi cerchiamo di rispondere a tutti in un colpo solo.

Liquidiamo subito la questione dei tempi di consegna, che dipendono esclusivamente dal servizio postale. Siamo i primi a dispiacerci quando vediamo arrivare in alcune case Le Alpi Orobiche ben oltre tre settimane dalla data di consegna alle poste. Purtroppo non possiamo farci nulla. Ora veniamo alla sostanza. Ogni due/tre mesi la redazione confeziona una torta da offrire a tutti gli associati Qualcuno la vorrebbe alta e soffice, altri bassa e croccante. C’è chi la desidera con meno zucchero e chi con più frutta. Altri non sopportano la panna ma sono golosi di crema pasticcera. C’è chi vorrebbe una crostata e chi la meringata. Ci sono poi gli intolleranti al glutine e gli amanti del biologico. Insomma è difficile accontentare tutti, però vogliamo che tutti si rendano conto di come confezioniamo la nostra torta, aspetto che a volte sfugge o che resta sempre poco chiaro. La nostra non è una rivista, Le Alpi Orobiche è un notiziario sezionale che deve raccontare la vita della nostra associazione, informando gli associati su tutto ciò che viene fatto e quello che si farà. Quando la redazione si trova “in cucina”, non può e non deve decidere quali ingredienti acquistare, deve solo guardare gli ingredienti che ogni associato, gruppo, commissione, sezione e sottosezione ha portato. Quindi soppesarli e decidere come dosarli e amalgamarli, unirli e impastarli. I cuochi con le loro competenze e la loro professionalità, guidati dalla passione possono solo aggiungere l’ingrediente della fantasia. A volte, se manca un pizzico di lievito o lo zucchero a velo per la guarnitura, sollecitano qualche volenteroso a correre nella propria cucina per prenderne un cucchiaio, non sempre torna per tempo. L’impasto deve lievitare e la torta deve andare in forno.

Chi vorrebbe più escursionismo, più storia, più salite facili, più immagini … non deve fare altro che rimboccarsi le maniche, preparare la confezione con i suoi ingredienti preferiti ed inviarcela.

Ora torniamo alla vil pecunia, al termine di tutte queste considerazioni dobbiamo fare di conto e dare un segno. La prima scelta fatta, condivisa dalla redazione con la Presidenza, il Consiglio e l’Assemblea, è quella che Le Alpi Orobiche resterà ancora su carta per tutto il 2013. Coscienti che dobbiamo ridurne i costi e che l’unico modo per raggiungere l’obiettivo è quello di ridurre le spese di stampa e di spedizione. Diminuire il numero delle pagine e delle uscite è stata una scelta difficile ma necessaria. Le uscite annuali scendono da 5 a 4, ogni numero avrà 32 pagine anziché 48. In tal modo riusciamo ad abbattere la spesa del 30%, passando da 40.000,00€ a 28.000,00€, ma ci sorge subito una domanda: dove metteremo tutti gli ingredienti che ci regalerete? Lo scopriremo insieme torta dopo torta, numero dopo numero.
Scarica il PDF del n° 84 di LE ALPI OROBICHE