DI RUOTE E DI SCI – Diario di viaggio
3 maggio – In viaggio
È dalla scorsa primavera che fantastico
su un possibile viaggio di più giorni oltre le Orobie. Un viaggio da guadagnare
e godere esclusivamente con le proprie forze, senza l’ausilio di alcun motore
pubblico o privato che sia. Un viaggio che mi portasse, pedalata dopo pedalata,
a sciare montagne nuove, a me sconosciute. Parto da casa in tarda mattinata ed
ora eccomi qui in compagnia di Marco, inseparabile amico in questo vagabondare
tra i monti, a pedalare lungo le sponde del lago d’Endine. La giornata è
strepitosa ma mille dubbi ed incertezze sulla bontà e la buona riuscita del
viaggio mi assalgono. Lascio fare so già che tutto si scioglierà nel ritmo
tondo della pedalata, lentamente con il passare delle ore e lo scorrere dei
chilometri, in questa forma di meditazione attiva la mente troverà la sua
quiete. Planiamo su Lovere dove ci godiamo uno spuntino sul lungolago per poi
risalire la Val Camonica lungo la ciclovia dell’Oglio. L’aria è fresca e una
corona candida di monti incornicia la valle. Le chiacchiere si alternano a
lunghi silenzi in cui perdersi nei nostri pensieri o semplicemente osservando
il mondo che scorre attorno e si allontana dietro di noi. Passano le ore, le
incertezze e i dubbi li ho lasciati scivolare via, con la corrente del fiume in
direzione opposta, dentro è tutto calmo. Ora resta solo lo spazio per
accogliere ciò che sarà e tutto l’inutile brusio di fondo è scomparso. Sto bene
e questo è il giusto viaggio da fare in questo momento. Avvicinarsi alle
montagne con calma, senza fretta, prendendosi il giusto tempo è ciò di cui ho
bisogno, ora. Mi sento felice. E pedalo. E sono contento di condividere questo
tempo con Marco, sempre entusiasta, sempre pronto a partire, a mettersi in
gioco, a sperimentare. Le biciclette sono cariche e son le giuste compagne di
viaggio. Arriviamo a Edolo che è tardi, un gelato ci aiuta ad affrontare la
salita sino all’Aprica. Sono le 20 quando mettiamo le gambe sotto un tavolo e
mangiamo l’impossibile.
· Olera (BG) Aprica (SO) 130 km; 1600m D+ 950 D-
4 maggio – Ripartire
Ci svegliamo con calma. Sono le otto
passate da un pezzo quando ci carichiamo gli sci sullo zaino e risaliamo le
piste verso Malga Magnolta. Scolliniamo il dosso ed entriamo in valle di
Belviso. Un ultimo assaggio di Orobie prima di ripartire verso terre incognite.
Conosciamo tutte le montagne che si profilano all’orizzonte e che fanno da
cerchia al lago di Belviso. Individuiamo un bel canale che sale tra il Dosso
Pasò e il Cupecc, questa sarà la nostra meta. Solitudine e candore. Nuvole che
rubano spazio all’azzurro del cielo, che corrono e si trasformano. Lungo
l’esile cresta finale raggiungiamo l’anticima. La neve trasformata aderisce
come un abito di seta sulle flessuose forme del pendio, c’è qualcosa di
sensuale, di femminile in tutto ciò. Con un gioco di curve gli sci accarezzano
la montagna e troppo presto ci ritroviamo alla base del pendio. Poi
proseguiamo, sino al termine dell’ultima lingua di neve che resiste anche alle
quote più basse. È ora di disfare lo zaino, ricaricare le borse e le biciclette.
Mille metri di discesa sino a Tirano scorrono che è una meraviglia, il giusto
proseguo alla sciata appena conclusa. E solo dopo iniziamo a pensare che
altrettanti metri di salita ci attendono per raggiungere Cepina, dove Giacomo ci ha dato un aggancio per la pappa e la nanna. Il
sentiero Valtellina non è altro che la ciclabile che percorre l’intera valle e
noi lo agganciamo e risaliamo godendoci ogni pedalata, nonostante la fatica che
cresce. L’ultima salita ci porta sotto la frana della Val Pola. Anche questa
volta mi mette i brividi. Erano le 7:23 del 28 luglio 1987 quando questo
versante del Pizzo Coppetto collassa e quaranta milioni di metri cubi di rocce
precipitano a valle, gli abitati di Sant'Antonio Morignone e Aquilone vengono
completamente travolti e distrutti. Su questo immenso cumulo di pietra e terra
hanno scavato il nuovo alveo dell’Adda, hanno ricostruito la strada e tracciato
la nuova ciclabile. L’immensa nicchia di distacco incombe sopra di noi.
Pedaliamo.
· Ski - Cupecc (2535 m); 1500 m D+
· Bike - Aprica (SO) Cepina-Valdisotto- (SO): 53 km; 1050m D-, 1030 D+
5 maggio – Il rito
Durante il viaggio ci sono momenti
difficili che ogni giorno vanno affrontati. Non mi riferisco alla fatica che
incombe dopo ore in sella o sugli sci, nemmeno al maltempo che cerchi di
evitare e quando ti piomba addosso sonno cazzi, e nemmeno agli imprevisti che
ti obbligano a rivedere i tuoi piani. Il momento difficile a cui mi riferisco è
quando devi ricomporre il materiale sparpagliato attorno a te e rimetterlo
nelle borse e caricare la bicicletta. Poi si ripete anche quando scarichi la
bicicletta ed ogni volta ti dici: ma tutta questa roba da dove esce, non ci
starà mai nello zaino. Il ripetersi costante di questo momento gli conferisce
quasi un valore rituale. Quindi con calma, metti ordine, selezioni, compatti,
chiudi i sacchetti e uno ad uno, con tua grande soddisfazione, incastri il
tutto e alla fine ti compiaci con te stesso. Insomma, mediamente, dopo un ora
di lotta contro l’entropia, più o meno dal disordine disordinato passi al
disordine ordinato. Ti metti a pedalare o ti carichi lo zaino in spalla ed è lì
che senti il peso e la presenza di tutto quanto ti stai portando appresso.
Oggi, da Cepina a Valdidentro, abbiamo pedalato su ciclabile e su strada, lo
sviluppo è limitato ma il dislivello ed alcune pendenze sono state di
significato. Al bivio, dove stacca la salita alle Torri di Fraele e a Cancano
non ho potuto fare a meno di pensare al viaggio #controcorrente, dalla foce alla sorgente dell’Adda, compiuto con Cristina
Locatelli e Andrea
Aschedamini. Faccio una foto e gliela mando. Da
questo punto in poi per noi è terra incognita mai mi sono addentrato in Val
Viola e la Cima Piazzi sinora è solo un disegno sull’etichetta di un’acqua
levissima. Lì siamo diretti e nel pomeriggio saliamo al bivacco Ferrario.
Lasciate le biciclette dal gentile gestore dell’AGRITURISMO
BAITA DE L'ALL ci incamminiamo sotto il peso degli
zaini e sappiamo già che domani saranno più leggeri: i ravioli, il pane di
segale, la slinzega, il formaggio, la bisciola e il cioccolato non vedranno
sorgere il nuovo giorno.
· Bike – Cepina-Valdisotto (SO) San Carlo-Valdidentro: 18 km; 570m D+, 210 D-
· Ski – Bivacco Ferrario (2340 m); 860 m D+
6 e 7 maggio – Guardare il mondo da
sopra un sasso.
È un'immagine che da sempre mi affascina
e ancora di più se si guarda il mondo da sopra un mucchio di sassi, di ghiaccio
e di neve. Il mondo, lui, se ne sta lì tutt'attorno, più o meno uguale a sé
stesso e non si cura di noi. È il nostro sguardo che cambia. È per questo che
andiamo per monti? Non saprei ma sono certo che è per questo che io vado per
monti. Per osservare il mondo e la sua bellezza e poi rivolgere lo sguardo
dentro di me ed osservare il mio mondo interiore. Impasto di emozioni e di
sentimenti frutto del viaggio che mi ha portato sopra questo sasso, con la
consapevolezza di come ci sono arrivato e del cammino che mi aspetta. Ed è così
che ho affrontato questa terra incognita, questo lungo spartiacque che si
affaccia sulla val Viola e su cui ci siamo persi e ritrovati, squassati dal
vento e dalla tormenta, per riemergere dopo una calda notte in una giornata di
luce e candore.
E il mio solito libro di poesie, riposto
nella patella dello zaino, mi accompagna in questa fantastica cavalcata tra
pietre, ghiaccio e neve.
“Nulla è promesso, nulla è sottratto
e la strada è muta.
Lo dicono queste pietre
che abitano il presente prima di noi”
Corrado Benigni – Tempo riflesso
·
Ski 6 maggio –
Bivacco Ferrario (2340 m); Cima Piazzi (3439 m); Valle Verva (2230 m); Sasso di
Castro (2450 m); Alpe Verva (2110 m); Punta del Bosco (2600 m); Rifugio
Federico in Dosdè (2130 m) – 1800m D+
·
Ski 7 maggio -
Rifugio Federico in Dosdè (2130 m); Cima centrale di Lago Spalmo (3262 m);
dosso quota 2740 m; Cima centrale di Lago Spalmo (3262 m); Rifugio Federico in
Dosdè (2130 m); quasi Punta d’Avedo (3126m) – 2500 D+
8 maggio - Affidarsi
Fidarsi di qualcuno o qualcosa.
È difficile affidarsi in generale e di
questi tempi ancora di più.
Quando si è tra i monti, affidarsi
richiede l’incondizionata fiducia nei confronti dell'altro, di chi è con te e
di chi ti ha dato consigli.
Affidarsi all'altro, in uno scambio
reciproco con il proprio amico e compagno d'avventura, è assodato, la fiducia ricambiata
sta alla base della relazione e non si parte per un viaggio, un progetto
comune, se si hanno dubbi nel merito. E Marco The King Cardullo è una garanzia.
Affidarsi ai consigli e alle indicazioni
di qualcuno che si incontra lungo il viaggio può essere rischioso. Ma ci si
annusa, e senti subito se si può fare o no, e quando intuisci che te la sta
contando su giusta, si può fare, ti puoi affidare.
Già tutto questo viaggio è partito
affidandosi alle preziose indicazioni e consigli di Giacomo. E, l'altro giorno, giunti in vetta alla cima di
Viola, abbiamo seguito i consigli di Adriano: scendi contro i bastioni roccioso
della cima occidentale di Lago Spalmo, risalì la rampa nevosa obliqua tra due
fasce di roccia sino a sbucare sulla dorsale, dopo essere salito alla vetta
torna alla dorsale e scendila sino dove di fa stretta e ripida, percorri
l'esile cresta magari togliendo gli sci, quando ti affacci su di un catino che
sembra un cratere scendici dentro, superalo e imbocca il ripido canale che
scende incuneato tra le pareti di roccia, stai attento.
Come in una caccia al tesoro ci siamo
affidati alle parole di Adriano, non senza titubanza e qualche apprensione.
Avremo capito bene? Sarà il passaggio giusto? Il canale sarà in condizioni? E
se c'è ghiaccio? Se non passiamo? Domande e dubbi si rincorrevano nella testa
ma una frase mi ripetevo ogni volta: se ce l'ha detto Adriano vuol dire che si
fa.
E abbiamo fatto bene ad affidarci ai
suoi consigli.
Ne è uscita una gita superba,
impegnativa e decisamente scialpinistica.
Grazie Adriano Greco, a te per i
preziosi consigli, e pure a Bruna e ai tuoi figli per la disponibilità e la
squisita accoglienza nel vostro rifugio.
A presto.
·
Ski - Rifugio
Federico in Dosdè (2130 m); Cima Viola (3374 m); Cima occidentale di Lago
Spalmo (3310 m); Rifugio Federico in Dosdè (2130 m); bivacco Caldarini (2480m)
– 1650 D+
9 maggio - con lo sguardo
Mi fermo lungo la dorsale finale ed
osservo Marco che percorre la cresta sino alla spettacolare cima di Saoseo. Mi
ricorda la tolda di una nave e me la immagino sospesa sopra acque in tempesta
che d'incanto si mutano in onde di pietra, di neve e di ghiaccio. Voglio
scattare una serie di foto con la sua sagoma che si stacca sul cielo. Scatto e
osservo le onde pietrificate che lo circondano, frutto di quella tempesta
geologica che è stata l'orogenesi alpina. Ecco la grande onda del Bernina e dei
Palù e l'inconfondibile spruzzo del Pizzo Scalino. E poi la lunga linea della
risacca orobica, con lo sguardo la percorro e riconosco ogni cima. Oltre il
cavo camuno, là in fondo, le Prealpi Bresciane e le onde che montano e si
rincorrono sino ad acquietarsi nelle plaghe glaciali dell'Adamello. Si
avvicinano quindi i marosi che spingono verso il cielo le schiume candide delle
12 cime a culminare in una successione d’incredibili frangenti del Cevedale,
del Gran Zebrù e dell'Ortles. Con lo sguardo abbraccio questo incredibile mare
in burrasca e mi incanto e penso al viaggio iniziato oltre l'ultima onda dalle
invisibili spiagge padane, dove presto torneremo. E dopo avere riposto la
fotocamera e ripresomi da questa fantastica visione, raggiungo Marco sulla
tolda della nostra nave.
·
Ski - bivacco
Caldarini (2480m); Piz Saoseo (3264 m); Rifugio Federico in Dosdè (2130 m);
Baita Caricc (2000 m) - 1050m D+
·
Hike - Baita Caricc
(2000 m); Arnoga (1880 m); San Carlo (1600 m); Baita de l'All (1510 m)
·
Bike - Baita de
l'All (1510 m); San Carlo (1600 m); Bormio (1250 m); Tirano (400 m) - 53 km -
100m D+ 1100m D-
10 maggio - pe-da-la-re
Nulla. Non ci resta che pedalare e questo ci dà il giusto tempo, il giusto
ritmo per fare sedimentare le esperienze vissute, le emozioni provate, gli
incontri accaduti e gli infiniti istanti che hanno composto questo viaggio.
Senza fretta. La strada è lunga e vogliamo godercela tutto sino alla fine, sino
a ritrovarci sull'uscio di casa
·
Bike - Tirano (400 m); Olera (450 m)
- 160 km - 1450m D+ 1400m D-
PS - alla fine della fiera ci siamo macinati
·
418 km in bici con 4750 m D+
· 104 km con gli sci con 9000 m D+
·
8 giorni di cui: 2 giorni bike, 3
giorni bike&ski, 3 giorni ski
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