giovedì 28 dicembre 2017

#perdersinmountainbike - Un cane

Un cane abbaia come un forsennato e sbatte contro il legno di un portone.
Perché mai, deve fare questo? Cosa avrà per manifestare tanta collera? Mi fermo.
Tra le fessure lasciate dalle assi, oltre la rabbia insensata dell’animale, scorgo l’ampia corte del cascinale. Quello spazio mi incanta. Penso alle vite consumate nei secoli tra quelle mura, mi pare di sentirle, con i pianti e le risa, le gioie e i dolori, le fatiche e le soddisfazioni, le nascite e le morti. Il bello e il brutto, che si mischia e si rincorre nelle vite di ognuno, mi viene incontro da quelle stanze affacciate sul cortile, chiuso dall’imponente portone, al di la del tempo. Arretro di qualche passo e osservo. Le venature del legno, consumato dal secoli, intarsiano le tavole di castagno segate a mano, ricavate dagli alberi, abbattuti a colpi d’ascia, nel vicino bosco. Chiodi vecchi di ruggine a fissarle tra loro, in un ordito geometrico, chiodi dalle cuspidi piramidali smussate dai colpi e dal tempo, chiodi forgiati e battuti nel maglio che una volta sorgeva presso il riolo, le cui acque ancora oggi scorrono nei pressi del cascinale. La precisione con cui i blocchi di arenaria, cavati chissà quando dalle vene di roccia della collina, sono stati lavorati e accostati, a formare i pilastri e l’arco della volta. I conci di marna, sbozzati dalle mani esperte di sconosciuti scalpellini, a fare da cornice. Ed infine i ciottoli raccolti nel greto del fiume da sapienti mani, a costruire l’ossatura dei muri perimetrali, a testimoniare con il loro colore e la loro grana la loro origine, la loro provenienza da una delle tante montagne che si affacciano sulla valle.
Ogni oggetto, ogni dettaglio racconta una storia e apre porte su nuovi mondi. E pensare che ad un primo sguardo avevo visto solo un semplice portone, ma sarà meglio ripartire altrimenti qui ci potrei fare notte. Lui, il cane, nel frattempo non ha mai smesso di latrare, chissà cosa ha da dire con queste sue smanie. Mentre rimonto in bicicletta lo ringrazio, senza di lui sarei passato oltre, non mi sarei fermato, e quel portone sarebbe stato uno dei tanti, uno come tanti, mentre ora per me sarà un luogo un poco speciale.
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