giovedì 11 agosto 2022

#roccia – “Cinzia e Virna” sul Pizzo Arera

Grazie a chi chioda e pure a chi richioda.

Erano i primi anni ’90 quando feci la mia prima salita sulla parete nord dell’anticima N-O del Pizzo Arera, la via era “Un pensiero per Ugo”, una linea bella e impegnativa che aveva affiancato la più classica e abbordabile “Via dei Cugini”. In quegli anni furono chiodate altre linee che mi sarebbe piaciuto salire, per un motivo e per l’altro io non ci tornai più e non penso che ci sia mai stata la ressa sulla parete.
Nel 2017 la “Via dei cugini” viene richiodata da Nadia Tiraboschi, una degli apritori, e diventa una via, come si suol dire, “plasir”. Viene presa d’assalto e in ogni fine settimana d’estate numerose sono le cordate che la percorrono. Ed è l’occasione per tornare su questa parete. Attacchiamo presto e dietro di noi contiamo ben 13 cordate. La linea è bella e ben chiodata, le soste sono a prova di bomba, quando ritorniamo all’attacco l’ultima cordata deve ancora iniziare a salire. Quel giorno incontro Frank Bonetti e Alessandro Rinaldi che stanno iniziando a richiodare la vicina “Oriana e Augusto”, mi complimento con loro e gli auguro di continuare così e di richiodare tutte le vie a suo tempo aperte da Frank. Seguo sui social il loro lavoro e i commenti di chi torna a ripetere le linee dopo il restyling. “Oriana e Augusto”, “Cinzia e Virna”, “Capanna 2000” vengono rimesse a nuovo e nascono pure due nuove linee. Ora sono 10 le linee d’arrampicata all’ombra dell’anticima N-O del Pizzo Arera, insomma non ci si può astenere dal tornare a fare visita alla parete.
2 luglio 2022. Stimolato da una recente ripetizione di Ennio Spiranelli, con Marco saliamo al rifugio Capanna 2000 e arriviamo presto alla base della parete, sulla sinistra ci sono due cordate dove ha inizio la “Via dei Cugini”. Nel punto più basso della parete ci portiamo all’attacco di “Cinzia e Virna”, nemmeno il tempo di prepararci e altre tre cordate si accodano. Nel frattempo arrivano altre cordate che si dirigono verso la “Via dei cugini”. Amo la solitudine e i luoghi selvaggi ma anche quando c’è ressa non mi spiace, soprattutto se sono il primo della fila, e non mi spiace scalare una linea resa sicura dalla rinnovata chiodatura. “Cinzia e Virna” è una bella via con soste sicure e nonostante alcune sezioni con roccia da verificare e i tratti facili, dove si deve porre attenzione ai detriti sulle cenge, mi sento di consigliarla non fosse altro che per l’ultima spettacolare lunghezza (nella foto Manu&Mino in azione) che percorre una placconata dai licheni azzurrini.



Ecco la relazione aggiornata con alcuni gradi arbitrariamente aggiustati:
Cinzia e Virna
Franco Bonetti L. Merlini - 6 agosto 1994
rinchiodata nel 2021 da Franco Bonetti e Alex Rinaldi
Attacco nel punto più basso della parete, targhetta alla base.
1 L - 6a 25m - salire la fessura e rimontare le due fasce compatte con passaggi delicati, sostare sotto lo strapiombo.
2 L - 6b 20m - rimontare verso sinistra sotto la fascia strapiombate con arrampicata tecnica e ben chiodata.
3 L - 6b 20m - salire verso destra sotto lo strapiombino e rimontarlo, al secondo fix, verso sinistra con movimenti atletici, salire in diagonale verso sinistra (L3 e L4 possono essere uniti, allungare le protezioni).
4 L - 4a 30m - salire lo sperone sopra la sosta.
5 L - 3a 35m - attraversare verso sinistra per cenge e risalti.
5 L - 5b 30m - salire le placche direttamente sopra la sosta.
6 L - 6a 30m - salire direttamente sopra la sosta la placca incisa da due erosioni parallele.
7 L - 5c 40m - spostarsi a sinistra della sosta e rimontare ad un diedrino, proseguire sulle placche verso destra per poi rientrare a sinistra con alcuni movimenti d’aderenza.
8 L - 6b 50m - lunghezza di aderenza e movimento da manuale che percorre in leggera diagonale a sinistra la grande placca sino sulla cresta terminale.
9 L - 3a 40m - salire per sfasciumi e risalti ponendo molta attenzione sino ad un golfaro di sosta posto sotto l’anticima.
Discesa – percorrere la cresta verso nord sino al secondo intaglio dove si scende ad est nel ripido canalino di sfasciumi sino sul ghiaione da dove per tracce si torna alla base.
Un grazie particolare a Ivo Ferrari per la foto che ci ha scattato sulla prima lunghezza.

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