sabato 3 maggio 2014

#7 UN'IMMAGINE DICE PIU' DI MILLE PAROLE



- Sabato 29 marzo - ore 11:07:34 – Cimon della Bagozza -



Stanchezza - Ci sono giorni in cui non è la fatica a fermarti, ma quella stanchezza latente che invade tutto il corpo, ogni muscolo, ogni cellula. Anche la mente viene saturata da questa inarrestabile colata di miele che tutto avvolge. Alla fine la volontà di resistere svanisce con uno scarto netto, stacca e lascia che sia. Ci si arrende, ci si abbandona, si rallenta sempre di più sino a fermarsi. Ok è arrivato il momento di riposarsi, stendersi al sole e attendere. Lascio sedimentare la stanchezza, la ascolto mentre si deposita negli interstizi del corpo. Non me ne curo e rivolgo costanti attenzioni al mondo che mi circonda. Non penso e mi limito a registrare ciò che gli occhi vedono: i giochi di luce sulla neve, i bianchi ricami sulle rocce, le candide forme modellate dal vento. Catturo il dettaglio e lo trattengo, quindi chiudo gli occhi e l’immagine persiste a lungo, mi sento leggero. Leggero, quella sensazione esatta che assaporavo pocanzi galleggiando sulla polvere, mentre scendevo il pendio in equilibrio sullo snowboard. Tra i ricordi non c’è stanchezza e non vorrei riaprire gli occhi. Li apro, il sole mi acceca, strizzo le palpebre e rimetto a fuoco quel piccolo angolo di mondo che mi circonda. Avido di tanta bellezza lo esploro e lo accarezzo con lo sguardo. Tra luce e ombra vedo scendere i miei amici dall'ultimo vallone, le loro sono le uniche tracce che ne increspano la superficie. In quell’esatto istante un poco li ho invidiati, mi sono alzato e nel calzare lo snowboard ho sentito le gambe dure come legno. Il corpo mi ha ricordato la stanchezza e mi sono detto: è stato meglio così.

1 commento:

Mattia Tanza ha detto...

l'immagine della stanchezza che sedimenta è più che azzeccata.
non riposarti troppo però ..
Mattia