lunedì 26 maggio 2014

RISVEGLIO


Questa mattina, come ogni giorno settimanale, alle 6.55 suona la sveglia, la spengo. Ero già sveglio da più di un’ora con la testa che vagava tra mille pensieri. Vado in cucina e accendo la radio, mentre ascolto i risultati delle europee, con il sorriso sulle labbra, preparo, come al solito, la colazione. Fuori dalla finestra il cielo è grigio, un grigio bellissimo dalla mille sfumature. Apro le portefinestre e dalla cucina esco per un attimo sul balcone, voglio sentire la temperatura dell’aria sulla pelle. Il trillo metallico del codirosso, che ogni primavera prende possesso dello spazio tra le case e la vigna, mi accoglie. L’ho cerco con lo sguardo trovandolo sulla ringhiera del cortile. Lo osservo e ogni volta non mi capacito del fatto che, quel piccolo uccello migratore, all’inizio della primavera, percorra migliaia di chilometri dall’Africa all’Europa e torni sempre a volare nel cielo che avvolge la mia casa. La coda vibra irrequieta per alcuni istanti e poi spicca il volo per posarsi, come al solito, sull’antenna della casa dei vicini. Ascolto per un attimo ancora il suo gorgheggiare mentre osservo i tetti, i boschi e la valle. Rientro e accendo il cellulare, la vibrazione mi segnala che ci sono messaggi, Marco mi ha chiamato. Lo richiamo e mi aggiorna sui dati delle europee nel nostro Comune. Ridiamo, ma per scaramanzia non andiamo oltre. A tavola con Cris e Leo commentiamo i dati delle elezioni e dopo avere rassettato la cucina usciamo. Una strana sensazione di leggerezza mi avvolge. Con Leo percorro il vicolo e la scaletta, poi l’altro vicolo, quello sotto “Casa Soli”: lo spazio civico della nostra frazione, dove c’è il seggio. È da sabato che ogni volta che passo saluto il carabiniere che lo piantona e ci scambiamo sempre un paio di battute. Anche questa mattina è lì. Se ne sta seduto sulla panca di pietra di fronte alla porta d’ingresso è rilassato e penso che l’urna sigillata, contenente le schede delle elezioni comunali, è in buone mani. Gli chiedo come ha dormito e sorridendo mi risponde che in posto così non si può che dormire bene. Ci salutiamo e mentre scendo le ultime scale sino al parcheggio, ho un senso di gratitudine verso il carabiniere e chi come lui vigila su questi momenti, sui sogni, i desideri, le paure, le difficoltà e tutto quanto ogni cittadino esprime nel momento del voto, per il futuro suo, della sua famiglia, della sua città e del suo paese. Comunque sia e comunque vada, grazie.

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