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venerdì 18 febbraio 2022

#labiciclettaeilbadile - e il rastrello



Se American Gothic di Grant Wood era la copertina perfetta per l'antologia di Spoon River di Edgar Lee Master, questa poteva essere la locandina perfetta per il film "La bicicletta e il Badile", ma poi con la produzione - Produzioni Alberto Valtellina - faticavamo, più di quanto avessimo faticato durante l'avvicinamento alla parete, a dare un senso al rastrello. È difficile, ma non impossibile, narrare per immagini la storia di quel rastrello che mai aveva visto una bicicletta. Allora ci siamo concentrati sul badile e, al termine della giornata, la notte ci ha regalato lo scatto per la copertina, un imponente Badile avvolto nell'oscurità. Ci ha convinto. E questa non sarà mai la locandina del film, ma apre su futuri ed interessanti progetti che riguardano il rastrello.

Grazie comunque a Carlo Valtellina
o Alberto Valtellina per la bellissima foto che coglie il senso profondo del nostro viaggio.

venerdì 31 dicembre 2021

#appunti - felice

Filaressa - Monte di Nese (BG) - 26 dicembre 2021, 12:10:00

Sii felice di non avere un'armatura
Sii felice di affrontare il mondo a mani nude
Sii felice di sentire il cuore che batte
Sii felice di sentire il respiro che ti riempie e ti svuota
Sii felice di sentirti impotente e stanco
Sii felice di stare con ciò che hai
Semplicemente ascoltati
"Siediti al sole.
Abdica e sii il Re di te stesso."*

* Fernando Pessoa

Ottobre all'Elba

Come un'isola se ne sta
piantato in mezzo al cuore
il monte.

#appunti - desiderio
Non mi devo mai scordare
di coltivare il desiderio
Uscire dal proprio guscio
Abbandonare le proprie certezze
Mollare gli ormeggi delle abitudini
Assecondare l'impulso dell'andare
Non posso vivere senza stelle
e cieli e terre e mari
da contemplare


#appunti - al vento
Al vento si buttano le esperienze
Competenze maturate in poco tempo
Capacità di fare fronte all'emergenza
Con professionalità e fantasia
Senza nulla togliere alla bontà di quanto fatto
Ero convinto che nulla sarebbe stato come prima
Povero sognatore illuso
E scelte miopi ristabiliscono abitudini ormai vecchie
Come se nulla fosse accaduto
Negando un futuro possibile e migliore
E non mi resta che farmi portare dal vento
Seguirne la musica
E ne approfitto
sempre più
Al vento


#appunti - qu-re
Non tutto
tornerà
come prima
Tratteniamo
con cura
ciò che di buono
abbiamo costruito
Esercitiamo
quotidiane
resistenze


#perdersinmountainbike - Fisicità
Percepire il proprio corpo che fatica, vedere il sudore sgocciolare a terra ad impastarsi con la polvere. Ogni senso è all'erta mentre attraverso il bosco tagliato da lame di luce e dal crinale nutro lo sguardo con i verdi e gli ocra della terra, gli azzurri del cielo che si fondono ai blu del mare.
La fisicità del corpo che attraversa uno spazio è da sempre qualcosa di irrinunciabile.
Fisicità è anche una delle tre parole di riferimento che mi sono dato durante i primi mesi di lockdown e che ho tenuto accese durante tutta la pandemia e continuo a mantenere sempre in evidenza. Era facile e comodo, nei periodi più duri e con forti limitazioni alla spostamenti e ai contatti, ripiegare nelle infinite possibilità della connessione virtuale costante e planetaria. Ma allora come ora la connessione con il mondo è rappresentata solo dal contatto diretto del mio corpo e dei miei sensi con la natura ed i suoi elementi.
Ed è bello tornare a viaggiare con una rinnovata e più solida consapevolezza dei propri desideri e del proprio agire.


#perdersinmountainbike - aspettami!
Aspettami!
Torno subito.
E lei si abbandona
nella fiduciosa attesa
di un ritorno.
E il tempo scorre
nell'arcobaleno di stoffe
sventolio di colori.
E la porta
resta
aperta.
Tornerà.



#appunti - ritornare


È bello ritornare
ad annusare l'aroma del timo
con le mani graffiate e sporche
È bello ritornare
sulle ossa calcinate della terra
in equilibrio tra le nubi ed il mare


Sabato 18 settembre - Bric Pianarella
con Alessandro Ceribelli e Cardu

#appunti - Sedimenti



micrometriche stratificazioni di sentimenti
decomposizioni d'organica sostanza
e pollini e limi e foglie e semi e sabbie
a ricoprire altri sedimenti
di tempi che mai ci videro

Ceresole Reale - 9 settembre

#appunti - Metamorfosi


Svettanti rocce, nell'abbraccio selvatico dei boschi.
Geometrie minerali, pilastri di pietra tagliati dalla luce.
Mutevoli giochi, cromatismi inattesi profilano il cielo.
Testimoni del tempo e di infiniti cambiamenti.
E noi passiamo con le nostre paure, i nostri timori, le nostre gioie.
Piccoli e insignificanti, ciechi.
Mentre tutto muta, inesorabilmente
e ci sopravvivrà.

Pizzo di Fondra - Via della Metamorfosi - 8L 300m - 6c (6b obbl)/S2/II - 2004 - Alfio Brugnoli, Stefano Codazzi , Fabrizio Cornolti
"Linea bella, mai banale, da non sottovalutare"

mercoledì 24 novembre 2021

#appunti - in cammino



In cammino
ho la fortuna di essere
curioso e fiducioso
cosa mi serba il domani
quale rinnovato orizzonte
mi attende oltre il monte
nel delicato dettaglio
in un germoglio e in un fiore
attraverso il tempo nuovo
che profuma d'equinozio
perpetuo movimento
delle stagioni
in cammino

martedì 21 aprile 2020

LE TRAVERSIADI - Fuorilegge

Ore 3:30 del mattino. Era il 21 aprile di due anni fa. Primavera 2018.



Con l'amico Marco partiamo, senza sapere esattamente cosa troveremo lungo il cammino e se ce l'avremmo fatta a compiere l'intera traversata delle Orobie, dalla sponde del Lario alle rive dell'Oglio, in Valle Camonica.
Sulla carta i conti tornavano, avevamo pianificato tutto, nel minimo dettaglio: la traccia da percorrere, i metri di dislivello da affrontare, dove fare tappa, cosa mettere nello zaino e la logistica dei rifornimenti con il supporto degli amici. Ma nella realtà tutto poteva essere stravolto: la meteo. la neve, la tenuta fisica, le incognite dei passaggi chiave mai percorsi. Avevamo a disposizione 10 giorni e avevamo previsto 8 tappe, tenendoci 2 giornate jolly. Eravamo pronti anche all'inatteso, a fare fronte ad ogni traversia, a rimescolare le carte e cercare di continuare il viaggio. E con un sacco di dubbi che frullavano nella testa, ma una determinazione incosciente, quella mattina di due anni or sono, siamo partiti per la prima tappa.
Lo scavallamento del Grignone, in quella calda primavera, non era esattamente una tappa sci-alpinistica, era solo un vezzo a cui non volevamo assolutamente rinunciare: per attraversare i monti si deve partire dove questi emergono dalle acque. Partiamo leggeri, con il minimo indispensabile, 21 km di sviluppo e 2500 m di dislivello ci separano dalla cima del Grignone. La partenza da Varenna è surreale, in silenzio esaltato dai contrappunti sonori degli usignoli. E' buio e fa caldo. Prima di Esino ci coglie la luce del giorno, all'Alpe di Moncodeno, finalmente, calziamo gli sci e solo in vetta al Grignone incrociamo le prime persone, sedute a prendere il sole sulla panca all'ingresso del Brioschi. In Valsassina, ci attendono Alberto e Cristina, e nel pomeriggio recuperiamo il furgone. Da domani la "solfa" cambia, inizia la "vera" traversata e gli zaini "veri" sono già pronti con tutto il necessario per tre/quattro giorni, e pesano. Ad Alberto lasciamo le sacche con il materiale alpinistico, i rifornimenti e i ricambi, che ci farà avere a Foppolo, ed un'altra sacca per un eventuale altro rifornimento al Curò.
E in questi giorni di quarantena che nostalgia di quei giorni selvaggi, di quei silenzi, di quelle solitudini, di quella fatica in cui la gioia e la meraviglia si amalgamano nel sudore. Ora come allora nessun contatto, nessun contagio, nessun assembramento, io e Marco alla giusta distanza. Ma questo nostro alpinismo, a più di 200 metri da casa, ora è veramente fuorilegge?

E non vedo l'ora che riaprano i cinema per potere continuare a raccontare questa storia fatta di neve, di sci e di uomini: "Le Traversiadi - Cinque viaggi (più uno) al limite delle Orobie". Nel frattempo mi dedico a mettere tutto nero su bianco con pazienza, in un nuovo progetto editoriale: "ATTRAVERSARE – SCIALPINISMO NELLE OROBIE - Itinerari e Storie"

Amici, a presto.

VERSANTE SUD

#perdersinmountainbike - nose press & the snake


Ho un piccolo cortile triangolare. Un bel triangolo rettangolo, né troppo piccolo né troppo grande. L'altro giorno Stefano mi ha scritto "Fai girare le ruote, è una buona cosa per il lattice. Dai due compressioni alla forcella e all'ammo. E pure al reggisella e non lasciarlo compresso." Insomma, più che consigli suonavano come ordini, e mi pare d'avere intuito che la mia bici non poteva starsene ferma in cantina sino alla prossima uscita. E poi, chissà quando farò questa prossima uscita.
Da quel messaggio, a giorni alterni, prendo la bici dalla cantina e giro come un criceto nel mio cortile triangolare. Non troppo, quindici, venti minuti. Ad ogni vertice sostituisco cambio la direzione con un nose press. All'inizio era tutto goffo, un continuo fermarsi. Lentamente il movimento è migliorato ed è sempre più fluido. Ho pure iniziato a girare sia in senso orario che antiorario. Ma che fatica. Però c'è anche parecchia soddisfazione. Continuerò anche nei prossimi giorni, sino al giorno in cui potrò lasciare la casa. In quel giorno so già dove porterò a scorazzare la mia bicicletta. In Valle Vertova, dal colle di Dasla, parte un sentiero spettacolare che unisce una lunga diagonale selvaggia ad un'infinita teoria di tornantini che serpeggiano su di un versante scosceso. "Snake" è il nome con cui è conosciuta questa seconda parte.
Quando il lockdown verrà allentato e sarà possibile fare attività sportiva all'aria aperta, lontano dalla folla, con il giusto distanziamento sociale, partirò da casa in bicicletta e andrò lì. Il Ceresola Wild Trail mi aspetta e sullo Snake vedrò quanto saprò dominare il nose press e se il lavoro da criceto, nel cortile triangolare, è stato fatto bene.

Grazie a Stefano ed ora scendo in cortile.

More info - It. 53 MTB da Bergamo ai laghi di Endine e Iseo

Nella foto - Franco Zanetti in action sul Jag Extreme Trail.

#unimmaginedicepiudimilleparole - Spietata bellezza


Al limitare del borgo, a cento metri da casa, se ne sta arroccata su di un dosso la chiesetta di San Rocco, protettore degli appestati, dei contagiati, degli emarginati, degli ammalati, dei viandanti, dei pellegrini, degli operatori sanitari, dei farmacisti, dei volontari. Ed ogni mattina quando apro le imposte la vedo e subito il pensiero va alle tragiche cronache di questi giorni, ancor prima di accedere la radio ed essere travolto dalle notizie del contagio. E tutto ciò contrasta con la bellezza del luogo che risplende nella luce che inonda la valle. E poi, in questi giorni di primavera, si rinnova lo spettacolo. La chiesina e tutto il borgo sono avvolti dalla nube bianca dei fiori di ciliegio, decine e decine di piante in ogni dove. Una spruzzata candida e densa, sparsa attorno alle case e nei prati che a poco a poco sfuma nelle tinte brune dei boschi, dove il carpino ha dischiuso timidamente le gemme, nel verde tenero di giovani foglie, e l'orniello si appresta a dispiegare spighe fiorite, dalle tinte cremose e profumate. Ma ora è la bellezza dei ciliegi che stordisce e lascia ammutoliti, e quel ronzare di vita che ne popola le chiome.
I ritmi del mondo e della natura si rinnovano potenti, incessanti non si curano delle faccende umane, delle nostre gioie e dei nostri tormenti. La bellezza della natura non ha pietà e non si commuove e non partecipa al nostro dolore, alle nostre tragedie. Ma in questa bellezza trovo ristoro, trovo quiete, trovo la forza per immergermi nel vivere quotidiano. Ed il pensiero si fa chiaro e la nostra piccolezza è un dato di fatto evidente, impotenti di fronte alla bellezza del mondo.

Lei è lì, che io lo voglia o no. Lei è lì, che io la sappia cogliere o meno. E non posso non chiedermi, anche questa volta: “Chissà se ne facciamo parte, e in che misura, di tanta bellezza.”


 — presso Olera, Alzano Lombardo.

lunedì 12 agosto 2019

#perdersinmountainbike - au contraire


Ora il treno sferraglia verso casa. Le chiacchiere con i colleghi piacevolmente fluiscono. L'aria viziata di fatica e di vita satura il vagone e ci si fa i conti anche con questo, con la vita. Lo sguardo si perde nel verde della pianura che sfreccia in direzione opposta, oltre il finestrino. All'orizzonte il nero dei temporali promette una sana lavata. Le prime gocce di pioggia picchiettano simpaticamente sui vetri sporchi. La Colnago se ne sta appoggiata sul pianerottolo e non appesa a ciondolare nell'apposito spazio, nel vagone di testa.
Oggi gli impegni di lavoro mi hanno portato a Milano. Ma io non volevo farmi semplicemente portare a Milano, io volevo andarci consapevolmente e attivamente. Allora ho preso la mia "way back home" e l'ho ribaltata per poterla percorrere "au contraire", da Olera alla metropoli.
La casa è avvolta nel sonno mentre mi alzo e mi preparo. Nel cielo, chiuso da una cappa di umidità e di nubi, la luce si spande inesorabile. Dal campanile giungono i sei tocchi della campana, si parte. Questi 85 km me li voglio gustare e godere pedalata dopo pedalata e farmi attraversare da tutto ciò che vedo. Le acque del Serio, i Colli di Bergamo, i campi coltivati dell'Isola, la frescura dell'Adda, la gente che prende il fresco lungo la Martesana. Tutto scorre attorno e dentro me mentre pedalo "au contraire" ed entro in una Milano diversa e più bella.
Ecco il treno si ferma in stazione e fuori diluvia.

#roccia - scala di grigi

Presolana del Prato, Torrione sud, via Verzeri - 23 giugno 2019, 09:35:41


Siamo appena giunti ai piedi della parete e già arrivano i primi veli di nebbia. Calore, umidità e convezione ci regalano sbuffi di vapore che risalgono veloci, cambiano forma, densità e consistenza, dapprima sopra i pascoli e i macereti per poi ingolfarsi contro i bastioni di calcare. A volte si dissolvono nel vento, oltre le creste. Altre volte si accumulano, velo su velo, e tutto avvolgono spegnendo i colori e rubando la profondità. E tutto è grigio come la roccia dove cerchiamo la nostra strada, la nostra scala di grigi appigli e appoggi. Ed è così per tutto il giorno in un continuo gioco a rimpiattino. Ora mi volto e non scorgo che le ghiaie basali, altre mi giro e lo spazio si apre sino all'orizzonte e alle acque del lago. Oggi però preferisco questa dimensione intima e sospesa di una scala di grigi, e sorrido quando la nebbia tutto avvolge.

mercoledì 26 giugno 2019

#roccia - sospeso

Presolana del Prato, via Attimo fuggente - 23 giugno 2019, 13:14:02

Che bello tornare a scalare e farlo accarezzando la roccia della montagna a cui sono intimamente legato, la Presolana.
Che bello farlo in questa prima domenica d'estate in compagnia di Re Cardu.
Che bello vedere cordate che scalano ovunque ma riuscire ad arrampicare tutto il giorno da soli.
Che bello, quando sfili l'ultima doppia, incontrare inaspettatamente gli amici alla base della parete.
C'è aria di festa.
Il vociare degli escursionisti lungo il sentiero sale alle pareti. 
I comandi delle cordate rimbalzano tra le guglie e i canaloni. 
Un parapendio ci sorvola con la sua grande ala colorata. 
Il sole gioca a nascondino con le nubi. 
La roccia è perfetta e continua a regalare un'infinita sequenza di appigli e di appoggi dalle forme e dalle dimensioni incredibili. 
Il vuoto è dovunque e ognuno di noi ci gioca, a modo suo.
Che bello tornare a scalare.


venerdì 21 giugno 2019

#neve - leggerezza


Andare in montagna forse è anche questo, un bisogno di leggerezza, la necessità di mettersi alla giusta distanza e cambiare prospettiva nel guardare il mondo.
E non posso non pensare a Calvino e alle sue "Lezioni americane" e all'esattezza del suo pensare.
E mi sento Perseo, ogni volta che mi soffermo sulla cima di un monte.
"Nei momenti in cui il regno umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell'irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio. Devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro…"

 — presso Combin de Valsorey.

#neve - ritorno


Dopo oltre dieci anni ritorno con gli sci sopra i 4000. Ed è fatica, emozione e soddisfazione.
Da Bourg Saint Pierre saliamo alla Cabane de Valsorey, al cospetto del Mont Velan, sullo sfondo l'intero massiccio del Monte Bianco fa da cornice.
Nel cuore della notte ci si prepara, si parte alla luce delle frontali e di una luna splendente.
La salita al Col du Meitin ci da la sveglia e poi proseguiamo nell'ombra, lungo la ripida parete NW, sino a sbucare sulla vetta del Combin de Valsorey, finalmente al sole. Calzati gli sci saliamo sull'elevazione massima del Combin de Grafeneire, la quota e il freddo si fanno sentire mentre lo sguardo con stupore spazia sopra il mondo. E sono intimamente felice, felice di essere lì, a godere di quello spazio sospeso e colmo di nulla.
Il Couloir du Gardien, bordato da impressionanti seraccate, ci riserva una discesa di tutto rispetto. Tutto procede per il meglio e nel tardo pomeriggio ci ritroviamo sulla strada di fondovalle, increduli di tutto il cammino percorso e consapevoli sino all'ultima sconosciuta articolazione e nel profondo di ogni muscolo di possedere un corpo felice, estasiato e immensamente stanco.
Che bello, ritornare.

Ringrazio Domenico Fenio Fabrizio Righetti Mauro Soregaroli per le preziose informazioni che hanno permesso a Marco e me di organizzare al meglio questa grandiosa ascensione.

 — presso Grand Combin.

#neve - mistero


Ci sono
Attimi che si possono tacere o raccontare.
Attimi di silenzio racchiusi in un immagine o poche parole.
Attimi che danno un senso a tutte le fatiche del vivere e non solo del salire sui monti. 
E quando alzi lo sguardo dal tuo cammino verso l'orizzonte
E vedi il profilo della terra proiettare la sua ombra là dove la luce non è ancora giunta,
vieni colto dal senso di mistero che solo tanta bellezza può donare.

 — presso Grand Combin.

giovedì 6 giugno 2019

#perdersinmountainbike - cartolina

Sabato è stata una di quelle giornate da incorniciare e farne una cartolina. C'erano tutti gli ingredienti per una giornata memorabile: il verde dei prati, il blu del cielo, il bianco delle nubi, le cime dei monti ancora coperte di neve, le mucche al pascolo, le faggete vestite di un verde delicato, le abetaie cupe e ombrose, i pascoli alpini tappezzati di crocus e narcisi. E poi c'eravamo noi, tre omini che attraversavano questi spazi spingendo sui pedali delle loro biciclette, due di loro li ritrovate anche in questa cartolina. 
La salita è stata lunga, dalle sponde del Serio sino a Capanna 2000, in equilibrio sulle due ruote e con l'ambiente. La discesa ci ha poi ripagato di ogni goccia di sudore che abbiamo lasciato lungo il cammino. Le pendici dell'Arera, la conca e le doline delle baite di Camplano, la val Gorgalina e la Val Nossana, un susseguirsi di paesaggi dal fascino austero e magnetico. Ci ha riportato a valle un sentiero selvaggio ed infinito, di cui non si spreca nemmeno una curva e dove ogni metro regala sempre nuove emozioni.
Una giornata perfetta.
E il timbro postale con cui marchiare questa cartolina, scelta tra le centinaia che ho catturato sabato, è senza dubbio: EPIC DAY 

#mtbdabergamoailaghidiendineeiseo #itinerario61
#verticalorme #mtb #mountainbike#versantesudedizioni @versantesudedizioni#visitbergamo @visitbergamo_official#terredelvescovado @terre_del_vescovado#invalcavallina @invalcavallina #valleseriana#promoserio #visitlakeiseo @visitlakeiseo
 — conFranco Zanetti a Zambla Alta, Lombardia, Italy.

venerdì 24 maggio 2019

#perdersinmountainbike - Spiove


Si coglie l'occasione, per qualche ora non piove. Allora, prima che giunga la sera di questo sabato uggioso, ne approfitti ed esci a pedalare sui sentieri di casa. Respiri, sudi, ti diverti. È buio quando stanco affronti la salita che ti riconduce al borgo. E godi già al pensiero della doccia calda che ti attende e di tutte quelle cose che ti frullano in testa e forse scriverai.

#verticalorme #mtb #mountainbike#versantesudedizioni VERSANTE SUD#visitbergamo @VisitBergamo #terredelvescovadoTerre del Vescovado #invalcavallina ValCavallina#valleseriana #promoserio Infopoint PromoSerio#visitlakeiseo @Visitlakeiseo
 — presso Monte di Nese.

#neve - "Dinamico

[di-nà-mi-co] agg. (pl.m. -ci, f. -che)
1 Che riguarda il movimento di persone o cose; che intende dare un'impressione di movimento: organizzazione d. dello spazio; in senso fig., che concerne lo svolgimento di qlco., inteso come successione di fatti e sequenza di sempre nuove situazioni: la tensione d. del racconto"
foto di Alessandro Ceribelli
Oggi Ale mi ha girato un suo scatto che mi ritrae in compagnia di Re Cardu, amico di grandi vagabondaggi. Mi ha fatto un sacco piacere questo dono, perché penso sia uno dei rari scatti con The King e il sottoscritto in azione. E che azione, per l'appunto dinamica. Quindi grazie mille ad Ale e spero si unisca sempre di più ai nostri vagabondaggi in bianco.
Eravamo così dinamici non per fare gli atleti ma perché eravamo sul fondo del versante nord e dovevamo ritornare sino in cresta e poi ridiscendere a sud dove ci attendeva il nostro camperino, con il riscaldamento acceso e una buona birra blanche in fresco. Insomma avevamo fretta di rientrare e pregustavamo il calduccio che avremmo trovato e avevamo la necessità di idratarci correttamente.
Poi risalendo ci siamo un poco persi via a guardarci in giro e tra una salita e una discesa abbiamo incontrato un'aquila, le marmotte, i camosci, un gallo forcello ... insomma, tra una raffica di vento e l'altra, non sono mancate le distrazioni. Ma alla fine ce l'abbiamo fatta, siamo arrivati a destinazione, con la temperatura in camper perfetta e la birra fresca al punto giusto.
Qualcosa mi dice che non sarà l'ultima sciata.
Pronti e dinamici, sempre.
 — presso Rifugio Passo San Marco2000.

#neve - Ometti


Oggi eravamo in tre ometti e dopo il Pizzo Segade non potevamo non salire a fare visita ai tre ometti posti lungo la cresta che sale al Monte Fioraro. E visto che tre è un bel numero siamo pure saliti alla Cima Villa. Coronando ogni salita con una bella discesa a nord.
 
— presso Rifugio Passo San Marco2000.