Un'ultima cosa, a questo link, trovate le news sulle salite dello scorso inverno: Pizzo del Becco in veste invernale.
B.A.L. – Bocia Alpinisti Lombardi - Dispaccio 1.0
Di Tito Arosio
L’8 e 9
dicembre 2012, in un angolo sperduto delle montagne lombarde una quindicina di
giovani (bocia) si sono dati appuntamento per arrampicare insieme, persone che
prima non si erano mai viste, e che difficilmente si sarebbero conosciute; si
sono ritrovate sapendo di avere tutti una passione in comune: l’Alpinismo.
L’idea di organizzare un raduno tra giovani alpinisti è venuta a Saro e a me
durante una chiacchierata, prendendo coscienza del numero esiguo di giovani
alpinisti: perché non metterli in contatto tra loro?
Non sono bastate temperature di -10°, raffiche di vento che ti buttavano a terra, spindrift in tutte le direzioni per togliere la voglia di arrampicare ad uno sparuto gruppo di giovani alpinisti che, nel weekend dell’Immacolata, si sono ritrovati alle pendici del Pizzo del Becco (Orobie, alta val Brembana – BG).
Il primo raduno dei BAL (Bocia Alpinisti Lombardi) è avvenuto in condizioni meteorologiche non esattamente ottimali ma questo è stato un dettaglio, la passione per la montagna ha prevalso sul freddo ed il vento. L’obbiettivo era avere la possibilità di arrampicare con nuovi compagni di cordata, e quale cosa migliore se non testare la tenuta della cordata con una serie di spindrift a raffica?
6 cordate per un totale di 13 alpinisti, con un età media di circa 22 anni, di 4 provincie differenti (Milano, Lecco, Bergamo e Brescia), si sono avventurate sulle vie del Pizzo del Becco e Spallone del Becco, con la compagnia di 3 esponenti del gruppo alpinistico femminile catalano.
Nel complesso le vie ripetute sono state: la Agazzi + Couloir dello zocolo sul Pizzo del Becco, la Super Mario sullo Spallone del Becco, la Becche al Becco con una variante Sullo spallone del Becco e l’apertura di due nuove vie sullo Spallone del Becco.
Non sono bastate temperature di -10°, raffiche di vento che ti buttavano a terra, spindrift in tutte le direzioni per togliere la voglia di arrampicare ad uno sparuto gruppo di giovani alpinisti che, nel weekend dell’Immacolata, si sono ritrovati alle pendici del Pizzo del Becco (Orobie, alta val Brembana – BG).
Il primo raduno dei BAL (Bocia Alpinisti Lombardi) è avvenuto in condizioni meteorologiche non esattamente ottimali ma questo è stato un dettaglio, la passione per la montagna ha prevalso sul freddo ed il vento. L’obbiettivo era avere la possibilità di arrampicare con nuovi compagni di cordata, e quale cosa migliore se non testare la tenuta della cordata con una serie di spindrift a raffica?
6 cordate per un totale di 13 alpinisti, con un età media di circa 22 anni, di 4 provincie differenti (Milano, Lecco, Bergamo e Brescia), si sono avventurate sulle vie del Pizzo del Becco e Spallone del Becco, con la compagnia di 3 esponenti del gruppo alpinistico femminile catalano.
Nel complesso le vie ripetute sono state: la Agazzi + Couloir dello zocolo sul Pizzo del Becco, la Super Mario sullo Spallone del Becco, la Becche al Becco con una variante Sullo spallone del Becco e l’apertura di due nuove vie sullo Spallone del Becco.
Francesco Rigosa, ventenne bresciano, scrive:
“B.A.L. - Primo raduno di giovani alpinisti lombardi.
Una novità, una nuova esperienza ed una indiscutibile possibilità di oltrepassare il provincialismo alpinistico e non solo!
Credo che con il termine nuova-esperienza si indichi la possibilità di vivere il nuovo, l’alternativo ed il diverso.
Così è valso per me in questa rivoluzionaria esperienza.
Condividere con dei ragazzi (miei coetanei) 2 giornate di scalata mi ha permesso di ampliare le vedute e sognare orizzonti più lontani.
Veniamo al concreto:
Il Tito ed il Saro mi propongono questa idea e subito la cosa mi appassiona e mi affascina.
L’idea di riunire i giovani scalatori lombardi può sembrare semplice e scontata tuttavia non è affatto così, nessuna istituzione ci aveva mai pensato prima!
Eppure per creare una prossima generazione di forti alpinisti non è forse necessario investire sui “bocia”? Se non sono le istituzioni ad ascoltarci saremo noi dunque a farci sentire!
Ne escono 2 giornate di misto intenso condito con del piacevole vento patagonico, risate, e nuovi progetti.
Il livello di molti è sicuramente alto, questo deve però essere un motivo di orgoglio e felicità per chi come me ha un'insaziabile sete di imparare ed apprendere il “nuovo”.
Conclusione:
Quando il prossimo?”
Michele Tapparello, ventenne bergamasco, scrive:
“In questo momento
sono seduto in un'aula universitaria, a seguire una (peraltro pure
interessante) lezione di termodinamica applicata. intorno a me una marea di
gente. tutti sconosciuti coi quali ho davvero pochissimo in comune. nella mia
testa è un continuo ripensare al week end appena trascorso e alle botte di
adrenalina, alla gratificazione, ai momenti di fatica sù per il pendio.
Due giorni fa a quest'ora avevo appena finito di allestire una comodissima sosta, ero lontano anni luce da tutta questa gente. eravamo rimasti solo in 5 temerari ad avventurarci in parete, dopo il freddo e il vento del giorno prima. iniziavo a recuperare i miei due compagni, conosciuti poche ore prima, ma coi quali già si era instaurato un legame forte, senza bisogno di tante parole o di tanto tempo. semplicemente avevamo in comune gli stessi sogni, come quello di essere li, spersi in mezzo alla roccia alla neve e al ghiaccio, ad assaporare i panorami mozzafiato della montagna d'inverno; a divertirci ingaggiandoci su queste fantastiche linee immaginarie che solcavano questa parete rocciosa sporca di neve e incrostata di ghiaccio. non sapevamo quasi nulla gli uni degli altri, quando qualche ora prima avevamo attaccato la via. tiro dopo tiro, però, scoprivamo le storie gli uni degli altri, iniziavamo a conoscerci, tramite racconti e aneddoti, spesso interrotti dai comandi di cordata, così come osservando in silenzio il modo di muoversi sulla parete. alla fine abbiamo salito sei tiri gustosissimi, ero partito con l'idea di fare tutti da secondo, e invece ci siamo distribuiti alla perfezione, due tiri per ognuno. una bellissima goulottina, seguita da una bel canale con salti di misto portava in cima allo spallone, dove ci attendeva il primo sole dei due giorni e poi giù discutendo di progetti futuri, di idee e di sogni, scaturiti dalla bellezza della roccia e di questi luoghi.
ora me ne sto qua, su questa sedia che scricchiola, a pensare che vorrei essere da tutt'altra parte. ripenso al week end: due giorni a mangiare un freddo dell'ostia, ravanando alla scoperta di linee su una parete nord nelle mie Orobie. spettacolare. semplicemente meraviglioso.”
Saro Costa scrive nel sul Blog:
Due giorni fa a quest'ora avevo appena finito di allestire una comodissima sosta, ero lontano anni luce da tutta questa gente. eravamo rimasti solo in 5 temerari ad avventurarci in parete, dopo il freddo e il vento del giorno prima. iniziavo a recuperare i miei due compagni, conosciuti poche ore prima, ma coi quali già si era instaurato un legame forte, senza bisogno di tante parole o di tanto tempo. semplicemente avevamo in comune gli stessi sogni, come quello di essere li, spersi in mezzo alla roccia alla neve e al ghiaccio, ad assaporare i panorami mozzafiato della montagna d'inverno; a divertirci ingaggiandoci su queste fantastiche linee immaginarie che solcavano questa parete rocciosa sporca di neve e incrostata di ghiaccio. non sapevamo quasi nulla gli uni degli altri, quando qualche ora prima avevamo attaccato la via. tiro dopo tiro, però, scoprivamo le storie gli uni degli altri, iniziavamo a conoscerci, tramite racconti e aneddoti, spesso interrotti dai comandi di cordata, così come osservando in silenzio il modo di muoversi sulla parete. alla fine abbiamo salito sei tiri gustosissimi, ero partito con l'idea di fare tutti da secondo, e invece ci siamo distribuiti alla perfezione, due tiri per ognuno. una bellissima goulottina, seguita da una bel canale con salti di misto portava in cima allo spallone, dove ci attendeva il primo sole dei due giorni e poi giù discutendo di progetti futuri, di idee e di sogni, scaturiti dalla bellezza della roccia e di questi luoghi.
ora me ne sto qua, su questa sedia che scricchiola, a pensare che vorrei essere da tutt'altra parte. ripenso al week end: due giorni a mangiare un freddo dell'ostia, ravanando alla scoperta di linee su una parete nord nelle mie Orobie. spettacolare. semplicemente meraviglioso.”
Saro Costa scrive nel sul Blog:
B.A.L. sta per bocia alpinisti
lombardi.
Bocia ha un significato molto importante perché evidenzia il fatto che siamo giovani, un ritrovo di giovani organizzato da giovani per i giovani.
Bene, dopo alcune settimane passate ad organizzare tutto (mica facile pensare al necessario per una quindicina di persone!) ci troviamo sotto una gran nevicata a risalire la condotta di Carona!
Voglio subito ringraziare i guardiani della diga che ci hanno gentilmente offerto un ottimo "campo base" senza il quale il raduno sarebbe stato davvero duro...
La minestra già ribolle nel pentolone e il "gruppo" inizia a prendere vita. L'idea per il giorno seguente è di creare cordate di estranei in modo che le conoscenze avvengano direttamente sul campo. Il Vallone di Sardegnana con il Pizzo del Becco e lo Spallone del Becco offrono tante vie di misto di media difficoltà e lunghezza dove giocare, l'ambiente e lo stile delle salite è decisamente alpinistico. Il gruppo parte e dopo un duro lavoro di battitura neve, inizia a distribuirsi sulle pareti e incominciano le "esperienze". Alcuni ribattono subito, alcuni tentano, alcuni non mollano, alcuni si uniscono, alcuni arrivano in cima, alcuni aprono nuove linee poi, chi prima chi dopo, tutti tornano al campo base. E' forse adesso, sorseggiando tè e sgranocchiando biscotti, il momento interessante, il momento in cui si ascoltano i racconti, i pareri e le critiche. Ognuno dice la sua (lo scopo del raduno sta avendo luogo), c'è chi torna a casa, chi si ferma per una porzione di ravioli e vino e poi scende, chi si trattiene e chi non vede l'ora di scalare ancora. La giornata è stata dura, il freddo e il vento tempestoso non hanno aiutato, le condizioni obbligavano ad una scalata non facile e spesso precaria ma ci siamo divertiti, è stata un'ottima giornata. Siamo riusciti a fare alpinismo. La seconda mattina siamo solo in cinque a lasciare il campo, risaliamo nuovamente verso le pareti e attacchiamo due linee nuove, anche oggi non ci conosciamo del tutto e ad ogni sosta la cordata prende sempre più forma. Torniamo giù, è ora di lasciare questo bellissimo posto. Passiamo per un caffè corretto dai guardiani, carichiamo i sacconi e via, chi con la frontale chi senza...
E' stata un'esperienza umana dove persone simili (ma tutte diverse), accomunate dalla stessa passione, si sono ritrovate per fare quello che più li piace, per fare quello che vogliono.
Per goderci a fondo la situazione e la nostra libertà decidiamo di continuare e il giorno seguente andiamo a Cornalba ad arrampicare!
Per l’organizzazione del raduno si ringraziano i guardiani della diga di Sardegnana per la disponibilità e la calda l’accoglienza e la “Grande Grimpe” per caldi berretti offerti e subito testati.
Bocia ha un significato molto importante perché evidenzia il fatto che siamo giovani, un ritrovo di giovani organizzato da giovani per i giovani.
Bene, dopo alcune settimane passate ad organizzare tutto (mica facile pensare al necessario per una quindicina di persone!) ci troviamo sotto una gran nevicata a risalire la condotta di Carona!
Voglio subito ringraziare i guardiani della diga che ci hanno gentilmente offerto un ottimo "campo base" senza il quale il raduno sarebbe stato davvero duro...
La minestra già ribolle nel pentolone e il "gruppo" inizia a prendere vita. L'idea per il giorno seguente è di creare cordate di estranei in modo che le conoscenze avvengano direttamente sul campo. Il Vallone di Sardegnana con il Pizzo del Becco e lo Spallone del Becco offrono tante vie di misto di media difficoltà e lunghezza dove giocare, l'ambiente e lo stile delle salite è decisamente alpinistico. Il gruppo parte e dopo un duro lavoro di battitura neve, inizia a distribuirsi sulle pareti e incominciano le "esperienze". Alcuni ribattono subito, alcuni tentano, alcuni non mollano, alcuni si uniscono, alcuni arrivano in cima, alcuni aprono nuove linee poi, chi prima chi dopo, tutti tornano al campo base. E' forse adesso, sorseggiando tè e sgranocchiando biscotti, il momento interessante, il momento in cui si ascoltano i racconti, i pareri e le critiche. Ognuno dice la sua (lo scopo del raduno sta avendo luogo), c'è chi torna a casa, chi si ferma per una porzione di ravioli e vino e poi scende, chi si trattiene e chi non vede l'ora di scalare ancora. La giornata è stata dura, il freddo e il vento tempestoso non hanno aiutato, le condizioni obbligavano ad una scalata non facile e spesso precaria ma ci siamo divertiti, è stata un'ottima giornata. Siamo riusciti a fare alpinismo. La seconda mattina siamo solo in cinque a lasciare il campo, risaliamo nuovamente verso le pareti e attacchiamo due linee nuove, anche oggi non ci conosciamo del tutto e ad ogni sosta la cordata prende sempre più forma. Torniamo giù, è ora di lasciare questo bellissimo posto. Passiamo per un caffè corretto dai guardiani, carichiamo i sacconi e via, chi con la frontale chi senza...
E' stata un'esperienza umana dove persone simili (ma tutte diverse), accomunate dalla stessa passione, si sono ritrovate per fare quello che più li piace, per fare quello che vogliono.
Per goderci a fondo la situazione e la nostra libertà decidiamo di continuare e il giorno seguente andiamo a Cornalba ad arrampicare!
Per l’organizzazione del raduno si ringraziano i guardiani della diga di Sardegnana per la disponibilità e la calda l’accoglienza e la “Grande Grimpe” per caldi berretti offerti e subito testati.
Vai alla Photogallery del raduno
Scarica il PDF con le relazioni delle nuove vie
LE NUOVE VIE
In blu, Becche al becco, in rosso le tre nuove vie: Fò di BAL, Beccati questa goulotte, Bo. In rosso tratteggiato, SuperMario |
Via:
"Fò di B.A.L."
Primi salitori: Giulia Venturelli, Maurizio Tasca, Saro Costa, Alessandro Monaci, Paolo Grisa - 8 Dicembre 2012 Difficoltà: III - WI 2 - M5+ Dislivello: 250 m Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 60 m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii e cordini, qualche chiodo da roccia. Note: possibili due varianti di attacco (vedi foto), la via si collega con gli ultimi due tiri di Becche al Becco.
Via: "Beccati questa Goulotte"
Primi salitori: Saro Costa, Francesco Rigosa, Michele Tapparello - 9 Dicembre 2012 Difficoltà: II - WI 2 - M4 Dislivello: 250 m Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 60 m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii e cordini, qualche chiodo da roccia. Note: la via si collega con gli ultimi due tiri di Super Mario (possibile anche scendere in doppia da quest'ultima).
Via: "Bo"
Primi salitori: Tito Arosio, Giulia Venturelli - 9 Dicembre 2012 Difficoltà: II - WI 2 - M4 Dislivello: 250 m Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 60 m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii e cordini, qualche chiodo da roccia. Note: la via si collega con gli ultimi due tiri di Super Mario (possibile anche scendere in doppia da quest'ultima).
Primi salitori: Giulia Venturelli, Maurizio Tasca, Saro Costa, Alessandro Monaci, Paolo Grisa - 8 Dicembre 2012 Difficoltà: III - WI 2 - M5+ Dislivello: 250 m Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 60 m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii e cordini, qualche chiodo da roccia. Note: possibili due varianti di attacco (vedi foto), la via si collega con gli ultimi due tiri di Becche al Becco.
Via: "Beccati questa Goulotte"
Primi salitori: Saro Costa, Francesco Rigosa, Michele Tapparello - 9 Dicembre 2012 Difficoltà: II - WI 2 - M4 Dislivello: 250 m Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 60 m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii e cordini, qualche chiodo da roccia. Note: la via si collega con gli ultimi due tiri di Super Mario (possibile anche scendere in doppia da quest'ultima).
Via: "Bo"
Primi salitori: Tito Arosio, Giulia Venturelli - 9 Dicembre 2012 Difficoltà: II - WI 2 - M4 Dislivello: 250 m Materiale: in posto non è stato lasciato nulla, servono due mezze corde da 60 m, serie di friend Camalot fino al 4, una serie di dadi, rinvii e cordini, qualche chiodo da roccia. Note: la via si collega con gli ultimi due tiri di Super Mario (possibile anche scendere in doppia da quest'ultima).
3 commenti:
Bravi ragazzi...fuori dal CORO!
Gig
Questa è proprio voglia di montagna e di conoscenza. Idea stupenda, realizzazione ottimale, finalmente un progetto originale. Una forte e ammirata stretta di mano.
Ho aspettato un pò, ora mi sento di dirvelo.
Bravi per tutto, soprattutto per l'idea.
Contento che due di voi siano nella nostra Accademy, contento che un altro sia coinvolto in una grossa idea con due dei nostri.
"in quel luogo, fuori dalla portata del giudizio degli uomini, ogni convenzione era precaria", Da Meridiano di sangue, CMC
Fabio
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