Il colpo di coda.
di
Daniele Natali
Questo è
un anno da Sud.
Era da molto che non salivo così tante volte su questo versante, per la precisione 12 da maggio ad ottobre. Della Presolana ho sempre preferito la parete Nord sia d’estate che d’inverno, forse perché l’ambiente è più alpinistico e meno frequentato. Al contrario quest’anno niente Nord, solo Sud, sole, nebbie, voglia di sistemare vecchi itinerari e dove possibile, provare ad aprire qualcosa di diverso dal solito.
Dopo la richiodatura di Yook Yook e la mia prima esperienza di nuova apertura su “Alien”, siamo nuovamente qui ma questa volta a sinistra dello “Spigolo sud”, la storica via aperta dai fratelli Longo. Sopra le nostre teste c’è un muro di calcare compatto e bucherellato come un formaggio svizzero, qui la linea che va per la maggiore è la bellissima “Panico e Salamico”, sulla destra “Qualcosa di travolgente” che viene generalmente disertata. Nel centro c’è una vecchia via aperta in due giorni nel 1965 da Carlo Nembrini, A Pezzotta e G. Milesi, una linea salita in artificiale che è già stata scalata in libera. Il 15 settembre io e Stefano vogliamo salirla mettendo in sicurezza le soste con un fix e maillon di calata. Speriamo che la presenza di soste sicure sia da stimolo ed invogli più cordate a ripercorrere questo itinerario storico, che si sviluppa su una roccia stratosferica. In libera le difficoltà massime arrivano fino al 7b/b+, i chiodi presenti sono numerosi sia normali che a pressione, ma si sconsiglia di non testarli con un volo. L’itinerario, una volta salito lo zoccolo, si sviluppa su tre lunghezze (in realtà quattro, ma la terza e la quarta si possono unire con un unico tiro da 50mt), sino ad incrociare il penultimo tiro di Panico e quindi raggiungerne la sosta per iniziare le calate. La parte finale risale alcuni diedri per terminare sulla cresta sommitale.
Era da molto che non salivo così tante volte su questo versante, per la precisione 12 da maggio ad ottobre. Della Presolana ho sempre preferito la parete Nord sia d’estate che d’inverno, forse perché l’ambiente è più alpinistico e meno frequentato. Al contrario quest’anno niente Nord, solo Sud, sole, nebbie, voglia di sistemare vecchi itinerari e dove possibile, provare ad aprire qualcosa di diverso dal solito.
Dopo la richiodatura di Yook Yook e la mia prima esperienza di nuova apertura su “Alien”, siamo nuovamente qui ma questa volta a sinistra dello “Spigolo sud”, la storica via aperta dai fratelli Longo. Sopra le nostre teste c’è un muro di calcare compatto e bucherellato come un formaggio svizzero, qui la linea che va per la maggiore è la bellissima “Panico e Salamico”, sulla destra “Qualcosa di travolgente” che viene generalmente disertata. Nel centro c’è una vecchia via aperta in due giorni nel 1965 da Carlo Nembrini, A Pezzotta e G. Milesi, una linea salita in artificiale che è già stata scalata in libera. Il 15 settembre io e Stefano vogliamo salirla mettendo in sicurezza le soste con un fix e maillon di calata. Speriamo che la presenza di soste sicure sia da stimolo ed invogli più cordate a ripercorrere questo itinerario storico, che si sviluppa su una roccia stratosferica. In libera le difficoltà massime arrivano fino al 7b/b+, i chiodi presenti sono numerosi sia normali che a pressione, ma si sconsiglia di non testarli con un volo. L’itinerario, una volta salito lo zoccolo, si sviluppa su tre lunghezze (in realtà quattro, ma la terza e la quarta si possono unire con un unico tiro da 50mt), sino ad incrociare il penultimo tiro di Panico e quindi raggiungerne la sosta per iniziare le calate. La parte finale risale alcuni diedri per terminare sulla cresta sommitale.
La
settimana successiva, il 22 settembre, in una giornata di inizio autunno, Stefano
ed io ci incamminiamo nuovamente sul sentiero che dal passo della Presolana
conduce alla base della parete. Torniamo nella conca a sinistra dello “Spigolo
Sud”, a sinistra di “Panico e Salamico” dove abbiamo individuato una nuova
linea di salita che intendiamo percorrere. Anche qui la tattica è semplice: aprire
dal basso proteggendosi con friends, sfruttando le numerose clessidre offerte dalla
parete e piazzando i fix solo dove è veramente necessario. In meno di 7 ore,
apriamo un itinerario con uno sviluppo di 160 metri, su ottima
roccia a buchi; nasce così “Il colpo di coda”.
Nonostante le difficoltà non sostenute, l’itinerario richiede un buon impegno complessivo e abilità nel piazzare protezioni veloci, possibilmente sicure... Sono stati lasciati 9 fix lungo i tiri ed alcune clessidre cordonate per facilitare la direzione di salita. La nuova linea intercetta nel quarto tiro di traverso a sinistra, una via classica, probabilmente la Seghezzi-Rocca.
Il 6 ottobre, con Carlo Cortinovis, ripetiamo la via in libera confermando le buone impressioni avute durante l’apertura.
Nonostante le difficoltà non sostenute, l’itinerario richiede un buon impegno complessivo e abilità nel piazzare protezioni veloci, possibilmente sicure... Sono stati lasciati 9 fix lungo i tiri ed alcune clessidre cordonate per facilitare la direzione di salita. La nuova linea intercetta nel quarto tiro di traverso a sinistra, una via classica, probabilmente la Seghezzi-Rocca.
Il 6 ottobre, con Carlo Cortinovis, ripetiamo la via in libera confermando le buone impressioni avute durante l’apertura.
Si ringrazia Climbing Technology per il
supporto tecnico.
Eccovi la Gallery fotografica
Eccovi la Gallery fotografica
Blu: Via Nembrini - Verde: Panico e Salamico - Rosso: Il colpo di coda |
IL COLPO DI CODA
22 settembre 2012 – Daniele Natali e Stefano Codazzi
Sviluppo: 160 mt – L5 - Difficoltà max 7a+ (6c obbl.) S3 I
L1: 6c+ 40m - L2: 6c 35m - L3: 6b+ 25m - L4: 5a 25m – L5: 7a+ 35m
Materiale: Per una ripetizione, occorrono 2 corde da 60 mt, 6 rinvii, una serie completa di friend alien (o simili) più 2BD, kevlar e moschettoni sciolti per le clessidre, utili tricam piccoli.
Attacco: 1,40 ore dal Passo della Presolana, risalire per 15 mt il canale che separa il pilastro della Bramani dalla parete, clessidra cordonata a 5mt da terra.
Discesa: In corda doppia lungo la via, saltare la L4 e rinviare il primo fix della L5.
Note: Via impegnativa su roccia ottima, lasciati 9 fix inox lungo i tiri più le soste con anello di calata. Giunti alla base della via, è ben visibile il primo fix con cordino arancione, a 30mt da terra.
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