lunedì 31 dicembre 2018

#perdersinmountainbike - contro


Controluce. Controcorrente. Contro i porti chiusi, contro il decreto Salvini, contro chi alza muri, contro sempre. Non contro a priori ma contro perché un'alternativa esiste. Perché altre strade per accogliere l'umanità ci sono e funzionano e portano complessità, diversità, ricchezza. Ci vuole coraggio per accogliere e mettersi contro vento, soprattutto quando il vento soffia cieco e non ascolta.
E anche questo ha a che fare con il mio pedalare il mio perdermi in mountain-bike.
E sono pronto ad attraversare il nuovo anno che sarà, percorrendo le contro pendenze del vivere.
Ad ognuno auguro che la vita e il mondo vi accolga.
Buon anno.

domenica 30 dicembre 2018

ATTRAVERSARE

Dal sacco piuma mi affaccio sul mondo, la notte è stellata. Con fragore le acque del torrente si riversano nel lago, un riverbero sonoro si propaga nel buio trapunto di richiami, fischi e trilli. Il profumo di resina e di terra zuppa, giunge pungente alle narici. L’odore acre della fatica e dell’adrenalina, restituito dal corpo e dai vestiti, persiste a testimoniare il cammino e le tortuose geografie percorse. Osservo, ascolto, annuso. La neve si scioglie, la natura si risveglia. La primavera avanza prepotente come il giorno che sarà.

Notte di luna e di stelle al lago di Scais
Il tavolo di legno su cui sono steso è duro, oltre il nero profilo degli abeti il cielo è blu profondo, vi immergo lo sguardo e libero i pensieri. Mi concentro sul respiro, lo prendo e lo porto a spasso per il corpo. Risveglio i dolori e gli indolenzimenti che si annidano tra carne, articolazioni ed ossa. Con pazienza cerco di sciogliere le tensioni ma nulla accade. Dopo cinque giorni non posso pretendere di svegliarmi riposato e tonico.
Abbiamo seguito una linea immaginaria attraverso le Orobie, sulle tracce di Franco Maestrini e Angelo Gherardi. I due pionieri dello scialpinismo bergamasco le attraversarono per la prima volta nel 1971. Nella neve abbiamo disegnato il nostro sentiero, una cucitura sinuosa ed effimera a ricamare il candore che veste i monti di casa. Ieri, dopo quattordici ore sugli sci, siamo arrivati spossati sulle sponde del lago di Scais.
Oggi non mi preoccupa la stanchezza ma una sottile angoscia, una lama tagliente tra i pensieri. Cerco di scansarla ma è tutto inutile. È un’inquietudine profonda che fatico a contenere, allora provo a decifrarla. Metto a fuoco le immagini che mi hanno tormentato nel dormiveglia: la lunga scivolata sul pendio ghiacciato, l’ancoraggio della doppia che salta, il versante che collassa in una valanga e mi travolge. Scenari angoscianti misti a brandelli di sonno, ogni azione si trasforma in incubo e volge in tragedia. Rivedo ogni minimo dettaglio, risento i suoni e le voci, tutto è bianco e dopo c’è solo nero e silenzio. Ora sono sveglio. Ricompongo gli incubi in una cornice coerente, ne prendo le distanze. Solo così posso dare un nome alle mie paure, guardarle in faccia e conviverci. L’imprevisto è sempre dietro l’angolo ma se resto consapevole delle mie scelte e sempre disposto a rinunciare, allora sarò in grado di affrontarlo lucidamente.
Oggi ci attende la tappa più impegnativa. Sino qui la vecchia carta con le tracce scialpinistiche di Beniamino Sugliani ci ha indicato la strada. Ora, per superare la corona dei tremila orobici, purtroppo non ci fornisce alcuna informazione. Non ci resta che seguire le scarne indicazioni raccolte dal diario e dal film che documentano rispettivamente le traversate del ‘74 e del ‘80.

Il rifugio Mambretti e le creste dentellate dei 3000 orobici.
Ci alziamo e controvoglia infiliamo i piedi negli scarponi freddi e bagnati. Gli zaini sono pronti, un ultimo sorso di caffè e partiamo. Nessuno parla, ognuno è chiuso nei suoi pensieri. Al rifugio Mambretti lo sguardo percorre l’intero versante nord che incombe tetro sulla vedretta di Porola. Tutto appare ripido e inaccessibile. Le paure riaffiorano, ma io so che si passa. Fra poco, con la prima luce, il percorso apparirà evidente. Non c’è motivo per preoccuparsi, ma dentro di me la parte razionale continua ad azzuffarsi con i miei fantasmi. Mi aggrappo al rumore metallico dei rampanti che mordono la neve, passo dopo passo con un ritmo che tiene compagnia e infonde sicurezza. Gli amici mi staccano, li osservo, sagome in controluce. Folate gelide spazzano il pendio di neve ghiacciata. Il sole si alza sopra i vapori che si dissolvono lungo le creste. Lame radenti di luce riverberano sulla superficie scintillante. Con attenzione continuo a salire, passo dopo passo, curva dopo curva, sino a ricongiungermi agli amici. La bocchetta del Pizzo Porola è poco distante, solo un colatoio di ghiaccio ci separa da quel luogo dove si deciderà la riuscita della traversata. Un intaglio di pochi metri quadrati incastrato tra le rocce: terra incognita, non solo disegno geografico sulla mappa ma, soprattutto, luogo interiore in grado di condizionare il mio sentire e risvegliare paure viscerali.

Alla bocchetta di Porola: terra incognita.
Calziamo i ramponi e saliamo. Il vento è forte, fa un freddo fottuto come mai è stato nei giorni precedenti. Marco giunge alla bocchetta, si volta con un segno di assenso. Arrivo subito dopo. Mi affaccio, il canale è ripido e si perde tra le nebbie. Dovremo prestare attenzione. Si passa. Tutte le preoccupazioni ed i dubbi che mi hanno accompagnato in questi sei giorni, le paure ed i timori che mi han fatto visita nella notte si stemperano. Sorrisi e strette di mano, poi i primi passi in discesa per trovare il posto giusto dove calzare gli sci, infine la sciata liberatoria in cui si sciolgono le ultime tensioni. Ancora parecchia è la strada da fare. Sulla vedretta del Lupo, dopo un ultimo sguardo alla parete discesa, con una rinnovata leggerezza riprendiamo il cammino.

Il Pizzo Porola e il canale di discesa.


giovedì 27 dicembre 2018

sisifofelice e #letraversiadi - Diario di produzione 9 - Sulle tracce di Franco e Angelo.


“SULLE OROBIE COME I PIONIERI – La traversata da Varenna a Carona di Valtellina compiuta da Marco Cardullo e Maurizio Panseri nel ricordo di due grandi scialpinisti, Angelo Gherardi e Franco Maestrini. Il diario di sette giorni sulla neve per reinterpretare l’impresa del 1971 tra imprevisti, emozione e meraviglia.”


Così titola e si apre l’articolo che potete leggere sulla rivista OROBIE di Gennaio, in cui la redazione ha sapientemente fuso immagini, grafica e parole.
Buona lettura.
Nel frattempo Alberto ed io continuiamo a raccogliere testimonianze e costruire il film che sarà: LE TRAVERSIADI.
Questa sera mentre sfoglio OROBIE, cerco di fare ordine in una parte del materiale raccolto. Voglio mettere a fuoco alcuni aspetti perchè domani con Alberto si procede con il montaggio.
Apro e chiudo i file contenenti tutti gli appunti e la trascrizione del mio diario. Rileggo qua e là e mi soffermo su una frase, siamo all'alba del terzo giorno “Ecco, prende forma un’altra certezza. La meraviglia che ci travolge in questi istanti, sono certo, è la medesima che han provato loro. Così come amo pensare che sia medesima la passione che ci spinge a vivere dell’essenziale pur di potere godere di questi monti e compiere l’intera traversata. E me li immagino gli occhi di Angelo, di Franco, di Giuliano e di Jean Paul nel momento in cui vi si riflette il primo raggio del sole nascente. E un poco mi commuovo. Angelo e Franco ci hanno lasciati, Angelo non l’ho nemmeno conosciuto, ma è come se loro fossero lì all’inizio di ogni nuovo giorno e, a volte, mi pare ancora di risentire la voce del Maestrini che mi esorta e mi dice: Dai Panseri! Prima o poi, qualcuno dovrà farla questa traversata! È Bellissima, cosa aspetti.

mercoledì 26 dicembre 2018

#perdersinmountainbike - Sarebbe bello

"Scriviam la nostra storia usando biciclette
Inseguendo la memoria su strade molto strette
Su per le salite senza avere una borraccia,
Giù per le discese con il vento sulla faccia."

(Frankie hi-nrg mc)



Sarebbe bello potere scrivere la storia e non solo le nostre piccole storie quotidiane, usando la bicicletta. Purtroppo così non è, e la storia, in nome di una presunta sicurezza, viene scritta a colpi di decreti che se ne sbattono dell'umanità, delle fragilità, della dignità. Norme che non prospettano alcuna soluzione, negando addirittura l'esistenza del problema, alzando nuovi steccati e costruendo il simulacro di nuovi nemici a cui attribuire la responsabilità di ogni nostro male. Forse è più semplice barricarsi dietro uno slogan e voltare lo sguardo altrove ma non è così che potremo essere gli artefici del nostro futuro. E c'è qualcuno ogni giorno a cui si nega la possibilità di godere della bellezza del mondo, delle cose e delle persone. Quindi non mollerò la bicicletta e continuerò a pedalare con una maggiore consapevolezza che ogni mia piccola scelta quotidiana può essere fatta nel rispetto del mondo, delle cose e delle persone.

#perdersinmountainbike - abdicare sempre


Luce di un inverno che sarà: bassa, radente, ombre lunghe.
Svalico il solstizio pedalando nel bianco, verso un nuovo equinozio.
Immobile svolgo lo sguardo tra le sfumature di silenzio, in questo borgo discosto ma affacciato sul mondo.
Tra i monti di casa, nei luoghi degli affetti, dove torno ad abdicare ed essere il re di me stesso.
Sempre.

#verticalorme #mtb #mountainbike#versantesudedizioni VERSANTE SUD#visitbergamo Visit Bergamo #terredelvescovadoTerre del Vescovado #invalcavallina ValCavallina#valleseriana #promoserio #visitlakeiseo Visit Lake Iseo
 — con Marco Roncoroni presso Salmeggia.

#appunti - equlibri



Solstizio dentro,
sbilanciamento.
Linfa densa di vita,
respiro profondo di brina.
Giorno che si rinnova,
risvegli e brividi.
Luce che si espande,
verso nuovi futuri
equilibri possibili.

#perdersinmountainbike - Ovunque vada


Questa salita non la troverete descritta tra le proposte della guida. La salita al Col del Batès e poi a Ganda, è qualcosa di particolare, qualcosa che si deve desiderare. Altrimenti è solo una grande mazzata che non può regalare soddisfazioni.
E mentre spingo, perché è così che affronto le sezioni più ripide, e gli amici pedalano, canticchio un vecchio rap di Frankie hi-nrg e scandisco il tempo del mio salire.
"Perché la bicicletta non importa dove porti,
È tutto un equilibrio di periodi e di rapporti,
È tutta una questione di catene e di corone,
Di grasso che lubrifica la vita alla persone.
Pedala insegui la tua storia ovunque vada
Pedala macina chilometri di strada
Pedala l'hai voluta tu la bicicletta
Pedala più in fretta
Pedala più in fretta"


#verticalorme #mtb #mountainbike#versantesudedizioni VERSANTE SUD#visitbergamo Visit Bergamo #terredelvescovadoTerre del Vescovado #invalcavallina ValCavallina#valleseriana #promoserio #valgandino#visitlakeiseo Visit Lake Iseo
 — con Franco Zanetti,Claudio Busi e Marco Roncoroni a Aviatico.

#perdersinmountainbike - Ho visto cose che …


Umani pedalare rampe impossibili sui bastioni di Batès,
note di corno balenare nel gelo alle porte di Ganda,
cavalieri sfrecciare in bilico sui selciati d’Amora,
cantastorie declamare versi alle rovine di Pradale.

Chiedo venia a Ridley Scott, regista di Blade Runner, a Rutger Hauer, che diede voce e corpo al replicante Roy Batty, e a “voi umani” che leggete per abusare impropriamente di questa citazione ma non ho saputo resistere, è stato più forte di me
... anche se “tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.”
È tempo di pedalare

#verticalorme #mtb #mountainbike#versantesudedizioni VERSANTE SUD#visitbergamo Visit Bergamo #terredelvescovadoTerre del Vescovado #invalcavallina ValCavallina#valleseriana #promoserio #valgandino#visitlakeiseo Visit Lake Iseo
 — con Franco Zanetti,Marco Roncoroni e Claudio Busi a Amora.

#perdersinmountainbike - shakerare

shakerare
/sha·ke·rà·re,ʃe-/
verbo transitivo
"Mescolare, amalgamare gli ingredienti di un cocktail con lo shaker."


È proprio quello che abbiamo fatto questa mattina per ottenere un cocktail dal gusto deciso e ricco. Abbiamo preso una dose abbondante di Camocco Trail, seguito da una spruzzatina di Amora trail, per aggiungere infine un corposo Nigromo Trail. Abbiamo quindi shackerato con un moto circolare e determinato per poi servircelo guarnito con bacche d' agrifoglio colte lungo la mitica salita del Col del Batès. Ne è uscito un cocktail gustoso che ci ha lasciato sul palato aromi persistitenti. Imperdibile! Ve lo consigliano.
PS - gli ingredienti per questo ed altri longdrink li trovate tutti nella nuova guida MTB da Bergamo ai laghi di Endine e Iseo

#perdersinmountainbike - A testa in giù

Sabato 17 novembre 2018, 11:13:08 – Malga del Campo - 1550 m slm
(Castione della Presolana)


Dove sta il mondo?
Sopra o sotto.
Dove va il sentiero?
Sale o scende.
A volte si è confusi
E non si sa
da che parte stare,
quale strada seguire.
Poi ci si ferma e
ci si abbandona
allo sguardo
della propria immagine
riflessa nel mondo
a testa in giù.
E ci si accorge
che così è più bello.
E ci si immerge,
si sta meglio.
E ci si perde,
per alcuni istanti,
a testa in giù.

#verticalorme VERSANTE SUD #mtb #valleseriana#vallediscalve #valcavallina #vallibergamasche#promoserio Terre del Vescovado ValCavallina Visit Bergamo Visit Lake Iseo inLOMBARDIA Hotel Milano Alpen Resort & SPA
 — con Marco RoncoroniFranco ZanettiStefano Codazzi e Carlo Cortinovis a Castione della Presolana

#leciclabili - Nebbia


La fortuna di non vedere nulla

e potere immaginare tutto.
La fortuna di concentrarsi 

sul circolare movimento dei piedi
e del vivere.

 — presso Pizzighettone Città Murata.

#appunti - Goccia


Pedalare,
camminare,
correre.
Non importa come 
attraversi il mondo,
ciò che conta
è la disponibilità
a farsi sorprendere,
a fermarsi un istante
e cogliere il mondo
riflesso in una goccia

#leciclabili - Nebbia


La strada alzaia si sgrana sotto le ruote. 

Veloci rotolano verso la nebbia, 
senza mai raggiungerla. 
Sospeso in una bolla 
di campagna da attraversare, 
pedalo. Non vi è orizzonte, 
tutto si confonde. Là, 
in fondo alla ripa, 
scorre il fiume, 
forse.

— a Cremona.

#perdersinmountainbike - Trasferta


Oggi sono andato in trasferta.
Oggi ho visto cose nuove.
Oggi ho scoperto nuovi sentieri a me sconosciuti.
Oggi ho fatto una lunga cavalcata nelle terre di mezzo.
Oggi sono arrivato su tre cime e anche sulla cima del Pizzo di Spino.
Oggi ho stretto nuove amicizie.
Oggi ho consolidato vecchie amicizie.
Ma quante cose ho fatto oggi?
E tutto in una sola trasferta.
Ed ora saluto Claudio, auguro un grosso in bocca al lupo a Stefano e ringrazio Marco.

#perdersinmountainbike - Zurio



Ci siamo spinti sino sul confine dei luoghi che segnano la vita di Zurio, per ripercorrerne i medesimi passi adolescenti, per assaporarne lo stupore bambino, per coglierne la testimonianza matura e nutrirsi dei ricordi di lui vecchio. Abbiamo esplorato le geografie del sogno nel tentativo goffo di intuirne i segreti. E la Grande Montagna ci ha donato tutto: il sole che squarcia le nubi, le nebbie che ne accarezzano i crinali, le ghiaie inclinate e sdrucciole, i bastioni calcarei riflessi nelle acque, il luccicare di occhi liquidi spalancati al cielo, le radici ritorte e viscide, gli arabeschi di ghiaccio ad ornare i larici sopiti ed infinite altre visioni degne dei sogni di Zurio.

Forse è un caso o forse no. Davide son certo che mi parlerebbe di sincronicità. Non posso che abbandonarmi al gioco di connessioni che legano tutti questi eventi, tra il mio pedalare ed il suo scrivere, attraversando i medesimi luoghi, sul filo di una condivisa esplorazione.

Infine, se martedì 20 novembre io ho presentato l'amico e scrittore Davide Sapienza, che ci ha raccontato "L'uomo del Moschel", martedì 27 ho avuto l'onore di essere presentato da Davide e raccontarvi della guida "MTB da Bergamo ai laghi di Endine ed Iseo" e del mio pedalare tra i monti e le parole.

"Una bella coppia" come afferma Zurio parlando di se e dei suoi amici.

#verticalorme VERSANTE SUD #ilgrandesentieroG.A.N. Nembro #mtb #orobie #presolana#promoserio Borghi Presolana Terre del VescovadoValCavallina Visit Bergamo inLOMBARDIA
 — conCarlo CortinovisFranco Zanetti e Stefano Codazzipresso Rifugio Rino Olmo.

#appunti - Somnium

"Non si possono fare domande ai sogni, però si possono vivere, senza possederne il senso"


Prima che il sole si nascondesse dietro i crinali del Monte Solino mi sono goduto il suo tepore. Seduto sul terrazzo di casa, in questa quieta domenica novembrina, mi sono riletto il racconto 'L'uomo del Moschel", ho preso appunti, ho sottolineato parti, mi sono perso con lo sguardo tra le righe e nel cielo terso di azzurro. Ogni tanto un soffio gelido di vento mi ricorda l'arrivo dell'inverno incipiente. Ieri ho vagato in quelle terre della Montagna Grande, lungo i crinali sospesi sopra la Valle dell'Occhio. Oggi, con questo libriccino tra le mani, ho la conferma che queste geografie esistono anche come luoghi dell'anima.
Leggere, scrivere, ricordare, sognare nell'incerto equilibrio del vivere quotidiano sulle ali del volo fantastico che solo il sogno può scatenare. 
Martedì 20 alle ore 21 presso la sede del GAN di Nembro, per Il Grande Sentiero, ho avuto il piacere e l'onore di presentare Davide Sapienza e il suo nuovo libro, e condurvi con le sue parole ed o suoi scritti nell'esplorazione di geografie profonde ed intime in cui luoghi e sentimenti si fondono.