mercoledì 28 marzo 2018

#appunti - Franz


Gocce di felicità,
lacrime di dolore.
Confine labile del
vivere liberi, affacciati
sul vuoto dell’abisso.
E non resta che
l’eco di una voce,
per ricostruire il senso,
per colmare il vuoto.

#neve - Assenza

A volte vai oltre, fingi di non vederla.
Ma lei c'è, è lì, presente nella sua assenza,
un vuoto senza dimensione. 
Non la puoi nascondere, lei torna,
sino a quando non ti armi di coraggio 
e la attraversi. E quando ci entri
ne misuri lo spazio. Lentamente
diventa parte di te. E ci fai la pace,
la comprendi, la accogli, la coccoli.
E tutto ciò che sta attorno si colora
di un nuovo senso. Il pieno prende
forma compiuta, abbracciando ciò
che più non c'è o ciò che mai è stato.
E in quella assenza ci rispecchiamo
ne succhiamo energia e coraggio, 
per compiere il nuovo passo.

#neve - Tradito

Caro Avert, senza tanti giri di parole, oggi ti ho tradito. Cosa mi chiedi? Se mi sono divertito? Direi di si. Il tuo amico Sasna è stato accogliente, un poco furbetto ma accogliente. Ci ha attirato con un pallido sole sino in Manina, per poi accecarci in un bianco assoluto lungo le creste ed infine ci ha regalato una superba discesa a nord in polvere profonda. Cosa dici? Tu avresti fatto di meglio? Suvvia caro Avert, non essere geloso. E non tenere il broncio. Non ti preoccupare, anche se oggi ti ho tradito, presto tornerò.

#verticalorme #snow #scialpinismo #skialp#backcountry #powder #valleseriana#vallibergamasche
 — presso Lizzola, Lombardia, Italy.

#neve - Forse

Un desiderio celato,
contro ogni previsione.
Una speranza cullata,
che ti fa compagnia.
Forse, forse sarà neve.
E allora sali a vedere
lassù, grosse gocce 
dal cielo precipitano
gonfie, lavano l'aria.
E ti piace ascoltarne
il fitto del suono, mentre
ti incammini al ritmo
liquido della partitura.
E si disseta la terra,
pare di sentirla 
mentre ingorda beve,
senza prendere fiato.
E continui a salire.
Forse, forse sarà neve.

#neve - Insolito

Insolito Avert. Anche oggi, recidivo e testardo, ci torno e non è il solito tripudio di sole, di cieli azzurri e polvere. Oggi è tutto diverso, insolito. Procedo avvolto in una coltre umida e vaporosa. Ormai gli sci conoscono ogni pendio e son loro che si fanno strada, decidono la traccia, invertono la rotta ogni volta che è necessario. Loro vedono e io mi affido, non posso fare altro che seguirli, in questo insolito cammino.

(Foto - Marco Cardullo)
#verticalorme #snow #scialpinismo #skialp #vallibergamasche #valleseriana
 — presso Spiazzi.


giovedì 8 marzo 2018

#neve - Parco giochi.


Ognuno ha il suo parco giochi preferito. Ecco questo è il mio. È grande quanto basta per stare in compagnia ma c'è un sacco di spazio anche se si vuole restare soli. Guardando bene ogni volta si scova un pendio o un canale per una prima traccia in neve fresca. C'è sempre il sole ma ci si diverte anche quando non c'è. La neve è sempre bella ma a me piace anche quando è diversamente bella. Poi, oltre la cresta, si entra nel mondo fatato delle Foppane e dei valloni che scendono verso l'Alpe di Fontanamora. La cosa bella del mio parco giochi è che non ha confini ed è aperto a tutti, a condizione che si sia curiosi e giocherelloni.


#neve - Giocherellone Uno
Quando il gioco si fa duro i giocherelloni iniziano a giocare.
#neve - Giocherellone Due
Quando il gioco si fa duro i giocherelloni iniziano a giocare.

#verticalorme #skialp #snow #scialpinismo#vallibergamasche #valleseriana

giovedì 1 marzo 2018

#neve - Rudere



“Rudere – così recita la Treccani - rùdere s. m. [dal lat. rudus -dĕris].
1. [spec. al plur., ciò che rimane di costruzioni antiche].
2. (fig.) [persona molto mal ridotta] ≈ (fam.) cadavere (ambulante), (fam.) carcassa, (fam.) catorcio, (fam.) ciabatta,...”

Se devo raccontare la giornata di ieri questa è la parola e questa è l’immagine. E se un’immagine dice più di mille parole anche una parola può evocare più immagini.
Mi fermo a lungo di fronte a questo rudere avvolto nella neve, affascinato dalla sua immobilità caparbia a sfidare l’incedere del tempo; discreta traccia, che il vivere dei nostri antenati ha lasciato tra i monti e che emana ancora un fascino magnetico. E allora ascolto e mi sembra di udire le storie che quelle pietre d’angolo raccontano. Piccole storie quotidiane in cui alla trama fatta di lavoro e di fatica si intrecciano i piccoli ed esili fili della gioia e della meraviglia che certamente, anche per pochi istanti, hanno portato un impercettibile sorriso sui volti che furono.
Ed ora cambio prospettiva ed osservo chi sinora ha osservato, colui che è dietro all’obbiettivo della macchina fotografica. Sempre la parola rudere mi viene in soccorso ma con il suo secondo significato, non più quello specifico bensì quello figurato. Nulla a che vedere con la nobile immobilità delle costruzioni antiche, lo spettacolo riserva la vista di un umano rudere che si trascina nella neve, cercando di tenere il passo dei soci ormai scomparsi oltre l’orizzonte. Già! Ieri ero fottutamente stanco e malridotto, ma oggi, davanti al camino e con le dita che pigiano sulla tastiere, mi sento un leone. E fuori nevica.

#perdersinmountainbike - Way Back Home


Ognuno ha la sua via per tornare a casa. Way Back Home è il titolo di un video prodotto nel 2010, una storia a pedali condensata in sette minuti e quarantadue secondi dal bravo filmmaker Dave Sowerb. Un racconto per immagini in cui Danny MacAskill interpreta a modo suo con gioia, genialità e talento la strada che da Edimburgo lo riporta a casa, sull’isola di Skye, attraversando la sua terra: la Scozia. Ogni volta che lo riguardo, resto sempre ammirato di cosa sa fare sui pedali, cose per me inimmaginabili, e ogni volta vedere Danny e la sua bicicletta che volteggiano nei paesaggi scozzesi mi mette addosso un sacco di allegria e una gran voglia di pedalare e attraversare i luoghi del mio vivere quotidiano. Ed eccomi qui a pedalare, semplicemente pedalare (le evoluzioni le lascio a chi le sa fare) tra la mia Edimburgo, ovvero Milano, e la mia Isle of Skye, un borgo antico perso tra i primi rilievi della Valle Seriana. Ormai ci ho preso gusto e quando capita da Milano rientro a Bergamo e in valle pedalando, ovviamente a modo mio, alla ricerca della mia Way Back Home. Pedalare in A4 non è consentito dal codice della strada, sarebbe stata la via più breve ma al casello non mi hanno fatto passare. Pedalare lungo le strade statali e provinciali mi sembrava un’idea di merda, rischiavo di fare il birillo in una pista da bowling, dove a prendere la mira c’è sempre uno squadrone di professionisti seri e preparati dietro i loro volanti, quindi meglio evitare. Allora ho messo insieme i pezzi di ciò che conoscevo e ho scoperto che posso tornare a casa pedalando pacificamente lungo una rete ciclabile che c’è ma non si vede, percorsi tutti da scoprire e piano piano ricucire. Ecco! La mia Way Back Home prende forma e ogni volta cambia di qualche sfumatura, ogni volta diventa un poco più lunga, perché lungo la mia strada voglio pedalare tra le cose belle della mia terra. La grande michetta con il Duomo e i suoi grattacieli nuovi fiammanti. Le vie d’acqua, volute dalle Signorie milanesi, che si aprono a raggera verso i grandi fiumi, dove per secoli barconi carichi di mercanzie ne hanno solcato le placide acque. La valle dell’Adda, luogo delle mie scorribande giovanili, alla ricerca dei fantasmi leonardeschi e delle meraviglie di un’archeologia industriale ancora viva. L’attraversamento dell’Isola Bergamasca, navigando a vista nei luoghi magici della mia terra natale, in bilico tra la leggenda e la storia di Re Longobardi, del Barbarossa e delle truppe di Lanzichenecchi, di monaci Clunyacensi e di Santi antichi e contemporanei. L’agro di Almenno con i gioielli del Romanico e la Valle del Brembo con il Ponte di Briolo che resiste agli insulti del traffico, attraversando i secoli. I Colli di Bergamo i cui profili emergono dalla pianura e le Mura Venete ad abbracciare Città Alta. Infine finalmente, dopo oltre novanta chilometri, eccomi sulle sponde del Serio, a seguire brevemente la mia ciclabile per poi abbandonarla e risalire tra i boschi della valle della Nesa sino alla “casa sul confine della sera”, arrivando al termine della mia Way Back Home. E qui ogni volta mi fermo, ripongo la bici in cantina e con il pensiero sono già pronto a cogliere la prossima occasione, per ripercorre la mia strada verso casa.
Ma che c’entro tutto questo con Danny MacAskill? Mica li so fare, io, i suoi giochetti. Però mi diverto tanto quanto e i sui video scanzonati mi ha regalano ogni volta un sacco di sorrisi e qualche ispirazione. Guardateli e poi prendete la vostra bicicletta, uscite fuori e cercate la vostra strada verso casa.
Che buona sia la strada e sono certo che ognuno troverà la sua Way Back Home.