Da anni non scendevo da Ama verso Pradale, per continuare poi sino in Amora. C'è umidità nell'aria, nel verde fitto del bosco, ristagna, respira. Rotolano le ruote, oltre le pietre viscide, a mordere la terra scura e morbida. Brontola il temporale, nero oltre Ganda. Nella penombra vegetale sbucano i ruderi delle cascine. Muri squarciati dai tronchi dei frassini. Stipiti pencolanti vestiti di edera e di vitalba. Macerie a nutrire sambuchi ed ortiche. E a lato del sentiero, una macchia bianca cattura la mia attenzione. Un piccolo pannello che regala, a chi passa e desidera, una poesia.
"Se ne sono andati tutti
lasciando ceste e forconi
ciotole dimenticate su
ripiani divelti
e silenzio.
Le pietre piangono
... sperdute e sconnesse
tra le macchie di verde ... "
Continuo a leggere a mezza voce, i versi di Aurora Cantini, mentre ronza la vita nel bosco e le prime gocce crepitano sulle chiome. È ora di riprendere a pedalare. Mi volto per un ultimo sguardo mentre le ruote rotolano e raccontano la loro poesia fatta di terra e fango.
1 commento:
Ringrazio di vero cuore per l'attenzione mostrata verso la mia poesia, scritta proprio davanti a quegli antichi ruderi silenziosi.
Grazie di cuore!
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