giovedì 22 settembre 2016

UN VITA, IN SOLI TRENTAPASSI

UN VITA, IN SOLI TRENTAPASSI
"Penso che la montagna, per chi come noi la ama, non faccia che amplificare il nostro stato d'animo, la gioia e la felicità quando si è contenti, la tristezza e la nostalgia quando si è abbattuti. Ma se non si è predisposti a vivere questi momenti, le cime, i boschi, i sentieri, le rocce o la neve sono muti e sembrano non volerti più accettare e capire." (Roberto Ciri)


Ci siamo da poco incamminati verso la nostra meta, i passi scandiscono il tempo e il cammino si intreccia alle parole. “Sono nato a Foligno nel 1968 e nella mia famiglia non vi era alcuna tradizione di montagna. – così esordisce Roberto - Da ragazzo, se escludiamo un paio di passeggiata con mio padre, le montagne erano solo un mondo rappresentato nelle cartoline. Non immaginavo minimamente che si potessero salire per raggiungerne la vetta”. Le sue parole mi incuriosiscono e sono una premessa decisamente interessante per la nostra intervista in cammino. per conoscere lui e la sua grande passione che lo ha portato tra i monti e a creare e fare crescere i progetti web www.vienormali.it e www.3000dolomiti.it. Così continua: “Era il 1990, avevo 22 anni quando, universitario a Padova, ho scoperto che le montagne si potevano salire e scalare. Ho iniziato in Dolomiti e nelle Prealpi Vicentine, solo quando la passione per la montagna aveva ormai Intaccato in modo irrimediabile l’animo, sono tornato negli Appennini per esplorarli soprattutto nella stagione invernale.”
Roberto ha al suo attivo la salita di oltre 400 cime ma ciò che rende interessante ed unica la sua attività è il fatto di avere messo a disposizione il suo bagaglio di conoscenza, in modo preciso ed efficace, sia nel mondo del web che, più recentemente, in un progetto editoriale ricco e articolato.
La sua professione nel campo dell’informatica, come consulente nel settore del web marketing per aziende e per professionisti, unitamente all’amore per la montagna, gli ha fornito strumenti idonei a strutturare un sito che ad oggi è di assoluto riferimento per gli appassionati di montagna in cerca di informazioni sulle vie normali delle Alpi, degli Appennini e delle isole.
“Le vie normali sono da sempre una passione sia in termini escursionistici che alpinistici. In questa ricerca non sono interessato all’estremo in termini di difficoltà e impegno tecnico – e continua – ma ad una ricerca storica che mi porti ad una maggiore conoscenza della montagna. Ripercorrere i medesimi luoghi dove la storia dell’alpinismo e quella locale hanno preso forma è affascinante. Questi luoghi raccontano, se li sai osservare e interrogare con curiosità e attenzione.
Quando si parla di vie normali solitamente il pensiero va alle vie di salita delle grandi montagne, dalla normale al Monte Bianco a quella del Cervino, ovvero alla linea più semplice per giungere sulla vetta di una montagna difficile. Nella realtà anche la montagna più semplice ha la sua via normale di salita, non per forza si deve essere alpinisti. Per raggiungere la cima di moltissime montagne basta essere escursionisti con tanta voglia di camminare e la curiosità di scoprire nuovi orizzonti. Per questo motivo oggi non ci troviamo lungo una via normale di una grande montagna, tra ghiacciai tormentati o su una cresta sospesa nel vuoto, ma stiamo percorrendo il facile sentiero che ci porterà sulla vetta della Corna Trentapassi.
Lentamente saliamo, sul limitare del bosco si intravede la croce posta sul culmine e non posso non chiedergli cosa significa questa montagna per lui. “La cima della Corna è un bel punto in cui appollaiarsi, rimanere lassù a guardare il panorama e pensare un poco.” Roberto torna spesso su questa montagna in ogni stagione e in ogni ora del giorno e della notte, per una veloce corsetta, quando il tempo è tiranno, o per godersi il tramonto. Le vie normali, mi racconta, sono almeno tre. La breve e semplice salita da Cusato, in comune di Zone, l’impegnativo sentiero attrezzato con tratti di ferrata che percorre, partendo da Toline, la spettacolare cresta nord, oppure il sentiero che sale da Vello e che ormai è diventato il classico percorso della Vertical Race. Insomma la Corna Trentapassi è una montagna che offre una bella scelta di vie normali, una per ogni versante, e con infinite varianti e raccordi. Sicuramente su questi sentieri non si è definita la storia dell’alpinismo ma una storia fatta dalle persone semplici che sulle sue pendici hanno vissuto, allevando il bestiame e tagliando il bosco, e dalle numerose piccole storie fatte di emozioni e di un vissuto che ogni escursionista ha potuto assaporare durante la salita. I ricordi di Roberto, quelli che lo legano a queste creste, sono infiniti. “Quando giungi dal lungolago la Corna sembra una piramide compatta che affonda le sue radici nel blu profondo delle acque del lago. Poi inizi a salirla e a conoscerla, ad esplorarla e a restarne ogni volta stupito. Ne percorri le creste e le valli, i boschi e le praterie, piano piano ti rendi conto che l’immagine monolitica che avevi si frammenta, come in un caleidoscopio, in infiniti mondi, ognuno con le sue peculiarità e le sue caratteristiche.”
Mentre colgo l’emozione che vibra nel suo racconto ci avviciniamo alla cima, dove tutto converge nello spazio ampio della vetta. In silenzio percorriamo l’ultimo tratto e al cospetto della croce ci fermiamo. Lo sguardo spazia in ognidove per finire sempre con il perdersi a scrutare le increspature e i riverberi della acque del lago. In quelle acque le ripide pendici della nostra montagna si inabissano e da quelle acque, la montagna stessa, prende slancio ed energia per proiettarsi verso il cielo. Durante la sosta Roberto continua a spiegarmi il perché di questo progetto. “Lungo le vie normali, quelle semplici ma non conosciute e relazionate, su cui non vi è alcuna traccia, sei obbligato a pensare nel medesimo modo dei primi salitori. Si torna un poco pionieri cercando il percorso più logico lungo il versante. Tutto ciò mi affascina, siamo nell’era del digitale ma restano ancora spazi da esplorare, a condizione che ci si ponga nel giusto stato d’animo e con il desiderio di lasciarsi stupire”.
Dalle sue parole e navigando in rete scopro che il sito Vienormali.it è partito dalla passione diventando un progetto e in parte anche un lavoro. Roberto ha iniziato nel 2005 mettendo a disposizione, in un data base chiaro e facile da navigare, le sue oltre 200 relazioni. Da allora, in oltre 10 anni, si è costituito un bel gruppo di alpinisti/escursionisti che lo hanno affiancato nel lavoro e, sulla base di regole chiare e condivise, caricano le loro relazioni. Ad oggi sono circa 2900 le cime toccate, oltre 2500 le vie normali, 200 le vie di roccia, 150 le ferrate e 20 le vie di ghiaccio descritte. Negli ultimi anni è partito pure un progetto editoriale con “Idea Montagna – Editoria ed Alpinismo” che lo ha portato, in collaborazione con altri amici, a pubblicare ben sei guide, dedicate alle montagne lombarde e alle Dolomiti, mettendo a frutto il ricco bagaglio di conoscenza e informazioni di cui dispone.



Il tempo passa ed è giunta l’ora di scendere, Roberto parla in modo pacato e nel contempo determinato. “Sono 26 anni che vado in montagna e la passione e la motivazione restano le medesime. Tanti sono i cantieri in corso e i progetti per il futuro.” Prima di incamminarci gli chiedo se c’è una via normale che sente più sua o lungo la quale ha vissuto qualcosa di particolare e indelebile. “Molte son le vie normali a cui son legato e non saprei sceglierne una in particolare, ma ciò che amo di più è un sentiero e non una via normale, il sentiero da San Liberale al Pian della Bala sul Monte Grappa nelle prealpi Vicentine, quello è stato il mio primo sentiero percorso, era il 1990 e lì è nata la passione da lì ha avuto inizio il mio essere uomo di montagna. Da quel giorno non mi sono più fermato.” Ora tace e il silenzio ci avvolge, lo osservo mentre il suo sguardo accarezza la superficie del lago e si perde nelle sue profondità.

Pubblicato su "OROBIE" - 2016

Per conoscere Roberto Ciri www.vienormali.it

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