Monte Vaccaro – sabato 8 febbraio 2014 – 08:36:42 |
…scrutare quelle emozioni che le parole
dicono, ma non raggiungono …
…l’aria, quell’incerta natura dissolta tra respiro e orizzonte,
che abbraccia e accompagna qualsiasi cammino…
(Angelo Andreotti “La faretra di Zenone”)
…l’aria, quell’incerta natura dissolta tra respiro e orizzonte,
che abbraccia e accompagna qualsiasi cammino…
(Angelo Andreotti “La faretra di Zenone”)
Ormai ne
sono convinto “Un’immagine dice più di mille parole”, ma se le parole fossero
usate come immagini cosa succederebbe? Come in un gioco di specchi si
moltiplicherebbero in riflessi infiniti. Parole usate non per descrivere
immagini ma per ampliarne la percezione in un caleidoscopio di emozioni
travolgenti, in un rimando di continue evocazioni. Ci sono luoghi e attimi in
cui una linea netta non taglia, ma unisce in un margine mondi e realtà solo
all’apparenza differenti, che inaspettatamente si confrontano dialogando tra
loro. Spazi lontani che, se osservati da prospettive privilegiate, d’improvviso
si uniscono. L’uno prende forza e vigore dall’altro, senza l’uno, l’altro non
avrebbe ragione di esistere.
D’inverno salgo spesso questa montagna e sino dalla prima volta mi ha colpito la visuale insolita che da qui si coglie. Guardando a est, nell’aria tersa del mattino, lo sguardo precipita immediatamente oltre il profilo del pendio sino a fermarsi, mille metri più in basso, nelle forme dell’altopiano. Di solito si è circondati da crinali digradanti, che si alternano e si susseguono come quinte di un palcoscenico, sfumando nei toni del grigio e del violetto, come a volere mettere una maggiore distanza tra la frenesia del vivere e le pause di quiete vissute tra i monti.
D’inverno salgo spesso questa montagna e sino dalla prima volta mi ha colpito la visuale insolita che da qui si coglie. Guardando a est, nell’aria tersa del mattino, lo sguardo precipita immediatamente oltre il profilo del pendio sino a fermarsi, mille metri più in basso, nelle forme dell’altopiano. Di solito si è circondati da crinali digradanti, che si alternano e si susseguono come quinte di un palcoscenico, sfumando nei toni del grigio e del violetto, come a volere mettere una maggiore distanza tra la frenesia del vivere e le pause di quiete vissute tra i monti.
Anche oggi
sono fuggito dagli impegni e mi sono preso il mio tempo per tornare proprio qui
e cercare questo orizzonte, in cui la quotidianità del vivere si fonde con
eleganza alla pulsione verso la ricerca di spazi di solitudine e libertà. Sono
partito all’alba e i miei scarponi hanno calpestato pietre di una strada
antica. Alla chiesetta, su croste di neve, calzo gli sci e salgo tra baite e
roccoli, sino a incontrare la neve caduta nella notte. Nel bosco ammantato di
bianco incrocio i primi raggi del sole e proseguo nel freddo degli ampi
pascoli, dove sprofondo nella neve fresca sino alle ginocchia. Nel candido
silenzio salgo e ascolto il suono della neve, sul ritmo del respiro e il
battere del cuore. Mi volto ad oriente, mi fermo. La linea è lì, davanti ai
miei occhi, ecco l’immagine che cercavo. Oltre un bordo immacolato, punteggiato
da abeti dormienti, appaiono prati verdi segnati dalle traiettorie di strade e
filari, dai volumi di case e capannoni. Immobile ascolto sino a percepire i
rumori che salgono dall’altopiano, dei luoghi dove si vive, si studia e si
lavora, dove ci si riposa, ci si incontra e si crea. In apparenza quel mondo
sostiene questo mondo, ma da quassù le prospettive si rovesciano e per un
attimo ne sono certo. È questo mondo, fatto di silenzi e montagne, che sostiene
il mondo del nostro agire quotidiano e che da qui trae forza e senso.
Entrambi mi appaiono volti diversi del medesimo vivere. Con lo sguardo incollato a questa linea, riprendo il cammino e mentre i pensieri si acquietano, la musica della neve torna prepotente.
Scarica il PDF - Le alpi orobiche n 87 - marzo 2014
Entrambi mi appaiono volti diversi del medesimo vivere. Con lo sguardo incollato a questa linea, riprendo il cammino e mentre i pensieri si acquietano, la musica della neve torna prepotente.
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