giovedì 11 ottobre 2012

TITO E LA PARETE DEL FUPU' - PRESOLANA




Ringrazio Tito per avermi stimolato a preparare questa piccola scheda sulla Parete del Fupù. Tito lo conoscete, inutile presentarlo, diciamo solo che è un insaziabile divoratore di vie rigorosamente dal sapore alpinistico. Lo scorso inverno, con Saro Costa, proprio su questa parete ha siglato la prima invernale alla Via Sergio e Marco Dalla Longa. Ora al termine della trascorsa estate è tornato in zona e ha percorso la Via Gregis anche conosciuta cone Via Fassi. Evita lo zoccolo friabilissimo e parte dalla cengia lungo la lunghezza in comune con la Via Sergio e Marco dalla Longa. La linea è bella e discretamente chiodata, la roccia buona. Insomma a parere suo merita di essere ripetuta. Nell’occasione Tito percorre tutta la linea in libera con esclusione del passo in A0 sul primo tiro e un tratto di A1 sul quarto tiro, per il resto le difficoltà non superano il VII°-. Per chi volesse ripeterla allego la foto con il tracciato e “l’artistico” schizzo scaturito dalle mani di Tito.
Qui trovate la gallery fotografica della salita di Tito
RELAZIONE
Parete del Fupù.  Via Gregis, anche conosciuta come Via Fassi
1973 F.Nembrini, A.Fassi. A Camozzi. 300m, VII- A1
Materiale: la via è sufficientemente chiodata, ma non tutti i chiodi sono ottimi.15 coppie, cordini per clessidre, friend (anche piccoli), dadi, martello e qualche chiodo.
L1: Dal alberello sulla cengia innalzarsi seguendo i chiodi fino alla sosta su cengia erbosa. 7b o V A1
L2: Seguire la rampa erbosa e superare il masso sulla sinistra, proseguire sulla cengia verso sinistra per 10 metri raggiungendo la Sosta alla base della fessura più a sinistra. III
L3: Salire la fessura fino ad e successivamente puntare al diedro sulla destra sostando prima di arrivarci. V
L4: Salire il diedro-fessura prima con arrampicata libera VI , uscendo poi in artificiale verso sinistra e rientrando superare un tettino, obliquano poi su erba si raggiunge la comoda sosta su cengia. VI-A1
L5: Salire il diedro fessurato per 15 metri e, prima che diventi una larga fessura, uscire a sinistra in placca per raggiungere una fessura e risalirla. Sosta in cengia. VI
L6: Salire delicatamente la lama staccata fino al culmine. Seguire prima il diedro che si tramuta in fessura fino alla fine, prestando attenzione alla roccia delicata, seguire la lama verso sinistra e risalire il diedro. Sosta a sinistra della nicchia. VII-
L7: portarsi alla base del grande diedro. III
L8: puntare i chiodi a sinistra e poi risalire il diedro. V+
L9: salire il diedro e portarsi in cresta. IV

PRESOLANA ORIENTALE (2485 M)
Parete del Fupù (nord-est)

Percorrendo il Sentiero della Porta, che dal rifugio Albani conduce al Visolo, dopo il primo tratto attrezzato con scalette e cavi d’acciaio si giunge su uno spartiacque che divide, a destra, la conca del Polzone, a sinistra, la conca del Fupù. Diritto sopra di noi sale lo spigolo nord della Presolana Orientale percorso dalla Via Caccia – Piccardi aperta nel 1929 alla sua sinistra si presenta in tutta la sua verticalità la parete nord-est della Presolana Orientale, meglio conosciuta come Parete del Fupù. Uno scudo di calcare che dai ghiaioni e dai nevai della conca sale per 400 metri di dislivello sino alle creste terminali. I primi a lasciare una traccia del loro passaggio sono i fratelli Longo che nell’agosto del 1933 attaccano la parete nel suo punto più basso e con un percorso in diagonale verso sinistra ne raggiungono il punto più alto con difficoltà sino al V° ed un tratto in A1 (Via Fratelli Longo). Solo nel 1958 viene ripetuta per la prima volta da Pezzini, Conti e Giudici. Il silenzio cala nella conca e dobbiamo attendere il 1969 quando, il 27 e 29 settembre, Antonio Fantini, Luigi Pegurri, Bruno e Luigi Buelli, salgono una nuova linea, lungo il pilastro che chiude a sinistra la parete (Via Fantini). 350 metri con difficoltà sino al V+ A2. A seguire nel 1973, il 14 e 15 giugno, nella porzione di destra della parete viene aperto un nuovo itinerario. F. Nembrini, A. Fassi e A. Camozzi aprono la “Via a Gregis”, le difficoltà sono sostenute sino al V+ e con alcuni tratti in A1 e A2. La via, ai più conosciuta come Via Fassi, riscuote un certo successo e conta alcune ripetizioni. Tra i ripetitori abbiamo anche i fratelli Dalla Longa, Marco e Sergio individuano la possibilità di salire una linea nuova che parte dal punto in cui la Via Fassi incrocia il cengione, che scende dall’attacco dello spigolo nord, e sale verso sinistra. Nell’agosto del 1986 nasce la Via Sergio e Marco Dalla Longa, i due partono dalla cengia lungo la Via Fassi e piantano uno spit dove c’è la sezione in A0, sarà l’unico passaggio in artif su tutto l’itinerario. Dopo la prima lunghezza in comune si spostano a sinistra, nel cuore della parete. Le difficoltà si mantengono tra il V ed il VI+. L’itinerario viene ripetuto più volte e nel 2007 risistemato da Ennio Spiranelli e Giangi Angeloni, che anni prima ne aveva siglato la prima solitaria. Yuri Parimbelli la ripete e libera la prima lunghezza, quella in comune con la Via Fassi, gradandola 7b. Sempre nel 2007, a destra di questa linea, sempre partendo dalla cengia che scende dall’attacco dello spigolo nord, Yuri Parimbelli e Roby Piantoni aprono una linea decisamente impegnativa ed expo, dedicandola ai fratelli Dalla Longa: Via a Marco e Sergio. La via è protetta esclusivamente a chiodi e presenta difficoltà sostenute sino all’VIII° obbligato, inutile dire che non è ancora stata ripetuta.
Possiamo affermare che la parete del Fupù, scomoda e lontana, ci regala sei linee che raccontano la storia dell’alpinismo bergamasco dell’ultimo secolo. Dalle vie degli anni 20/30 che seguivano le linee più logiche lungo spigoli o evidenti camini e fessure, alle vie moderne salite con l’ausilio di pochi chiodi, protezioni veloci e difficoltà significative.


Di seguito recupero i post del progetto QUELLI CHE STANNO A NORD, con le relative relazioni e fotogallery.

28 settembre 2007
VIA MARCO E SERGIO DALLA LONGA
Come promesso rieccoci a nord per narrare con calma quanto successo in questa estate che volge al termine, storie parallele al nostro progetto, ma sempre storie di QUELLI CHE STANNO A NORD.
La Presolana Orientale nasconde sul suo versante nord un'impressionante muro, lo si può vedere solo se si percorre il sentiero della Porta, dopo un'ora di cammino partendo dal Rifugio Albani: si tratta della parete del Foppone, meglio conosciuta come Fupù.
Sino al 1986 oltre allo spigolo nord ed altre due linee alla sinistra, nella sua parte centrale era percorsa solo dalla via Fassi. In quell'anno, nel mese di Agosto, Sergio e Marco dalla Longa, partendo dalla cengia che taglia la parete, aprirono un nuovo itinerario. Misero uno spit sul primo tiro, salito in artificiale, per il resto arrampicarono in libera con difficoltà sino al sesto superiore e su roccia in alcuni casi di dubbia qualità. Da allora la via è stata ripetuta solo una volta, in solitaria da Giangi; il 10 agosto Giangi torna con Ennio, prova la prima lunghezza e proseguono alternandosi in testa alla cordata.
La voce si diffonde tra gli amici, nonostante lo stampo alpinistico e la roccia in alcuni tiri non particolarmente buona, viene ripetuta nei giorni a seguire: Yuri e Piera, Daniele e Jerry, salgono a ripeterla, Yuri sale a vista la prima lunghezza che dovrebbe essere attorno al 7b.
Un gran bel modo per ricordare Sergio e Marco ... ripercorrendo le loro tracce.
Un particolare grazie a Ennio e Giangi che hanno messo a disposizione le immagini della loro salita e la relazione originale stesa da Sergio.

19 ottobre 2007
VIE NUOVE IN PRESOLANA
Le storie di QUELLI CHE STANNO A NORD non si fermano e non si fermeranno.
Abbiamo ripetuto vecchie linee dimenticate, itinerari facili e difficili.
Abbiamo ripreso, intervistato, chiacchierato.
Abbiamo suonato ed ascoltato, mangiato, bevuto e sorriso.
Insomma ci siamo divertiti e ci stiamo divertendo.
Ma le facce da nord, o per lo meno alcune di loro, san fare di più: fantasticare su nuove linee e poi concretizzarle, lasciando nuove tracce tra le quinte rocciose della Presolana.
Questa estate due sono state le nuove vie aperte, antitetiche tra loro, anche se frutto della stessa passione.
Una ombrosa e schiva, l'altra solare ed evidente.
Una ad ore di cammino dal fondovalle in uno dei luoghi più nascosti del massiccio. L'altra a dieci minuti dall'auto, sotto gli occhi di tutti gli automobilisti che dal Passo della Presolana scendono in Val di Scalve.
Una con chiodatura classica e ridotta l'osso, obbligato elevato ed impegno psicologico notevole, l'altra ben protetta e più accessibile, oserei dire "plasir" o quasi.
La prima "Via a Marco e Sergio" è stata aperta il 10 agosto 2007 da Yuri e Roby sulla Parete del Foppone alla Presolana Orientale, un itinerario esigente che richiede di possedere il grado e una gran testa e che aspetta ancora la prima ripetizione.
(Le immagini dell'apertura il PDF della relazione)
La seconda "Via Serenella" è stata aperta l'8 settembre 2007 da Roby, Matteo e Patrik sul Torrione Visolo, un breve e divertente itinerario su roccia a tratti stupenda, in una zona accessibile e comoda, che promette notevoli sviluppi futuri.
(Le immagini di una ripetizione)
Stili differenti, etiche differenti, ma che denotano rispetto e amore per la storia e per i luoghi.

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