venerdì 5 ottobre 2012

PRESOLANA - A PIEDE LIBERO



A PIEDE LIBERO
La coppia Giangi-Calega ha già lasciato il segno sulle pareti della Regina. 
Dopo avere disegnato due linee sulla parete dell’Antifupù “Dilettanti allo Sbaraglio” e “Nel dubbio allenarsi!”. Hanno lasciato un segno anche sulla sud della Presolana di Castione “Col senno di poi” dove Giangi aveva già aperto "EN.YU.DAN.CE. with friends". I due inoltre, in compagnia del Parimba, sulla mitica nord della Presolana Occidentale, aprono “Il senso della misura”.
Rieccoli in azione ora sulla parete più recondita di tutto il massiccio: la Corna delle Quattro Matte. Nasce così “A piede libero” dove continua la loro ricerca di linee da salire in libera con l’utilizzo di protezioni veloci e pochi spit. Linee dove serve una grande capacità di leggere la roccia, saperla interpretare e sapersi proteggere.
Secondo loro questa è: “La nostra miglior via, una piccola e interminabile (quasi) avventura.”

PREALPI OROBIE - MASSICCIO DELLA PRESOLANA
CORNA DELLE QUATTRO MATTE (mt 2240) - parete sud
Via “A piede libero” aperta a più riprese fra il 2009 e il 2012, liberata il 16 settembre 2012 da Giangi Angeloni (CAAI) e Daniele Calegari.
Lunghezza 280mt+50mt di prato ripido per la cima;
Difficoltà: 7c+ (7a obbl.)
Materiale: mezze corde da 60mt., un paio di cordini per clessidre, una serie di nuts, tricam piccoli, una serie di friends fino al 2 camalot raddoppiando 2/3 misure piccole (eventualmente doppiare anche il n° 1 e 2 per il primo tiro).
Avvicinamento: lasciata l’auto al Passo della Presolana (1300mt) seguire il sentiero per il monte Visolo dalla cui parte finale si può osservare molto bene verso nord la parete. Giunti in vetta (1000mt di dislivello c.ca) abbassarsi pochi metri verso nord e procedere verso destra sulla “Ferrata della Porta” scendendo per circa 15 minuti fino a portarsi sulla direttiva della dorsale erbosa che sale dai torrioni delle Quattro matte (qui si vede la parete di profilo, possibilità di piazzare una tendina). Ora scendere per prati ripidi fino al colletto, poi obliquare a destra abbassandosi alla meglio su prati e roccette fino a giungere a ridosso della parete sud, a destra di un enorme antro strapiombante nero perennemente bagnato (quota 1900mt, 400mt di dislivello in discesa dalla vetta del Visolo). In totale 2h30’ di cammino.
Attacco: in corrispondenza di un diedro giallo (un nut lasciato alla base).
Discesa: in doppia sulla via saltando S6 e S1.
Periodo consigliato: da maggio a ottobre, difficilmente si soffre il caldo in parete, frequenti le nebbie pomeridiane.
La parete è probabilmente la più fuori mano del massiccio, con una sola via del 1971 (Belingheri-Bettineschi) e la cima è pochissimo frequentata.
La via è stata aperta a più riprese dal basso col trapano senza uso di corde fisse (bivacco in portaledge nell’uscita finale) arrampicando in libera tra un fix e il successivo (dove ci siamo appesi ai cliff abbiamo sempre posizionato un fix o lasciato il kevlar nella clessidra ostica da infilare con una sola mano).
La via è consigliata ad arrampicatori che padroneggiano la difficoltà obbligatoria (i fix sono spesso distanti e alcuni passi difficili sono esposti al rischio di lunghe cadute) e che hanno esperienza di vie di roccia da attrezzare in quanto è necessario utilizzare su tutti i tiri le protezioni veloci (non abbiamo portato chiodi da fessura). La roccia sul primo tiro e all’inizio del terzo non è sempre sicura, per il resto è bellissima, nella seconda metà eccezionale. 



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