A PIEDE LIBERO
La
coppia Giangi-Calega ha già lasciato il segno sulle pareti della Regina.
Dopo avere disegnato due linee sulla parete dell’Antifupù “Dilettanti allo Sbaraglio” e “Nel dubbio allenarsi!”. Hanno lasciato un segno anche sulla sud della Presolana di Castione “Col senno di poi” dove Giangi aveva già aperto "EN.YU.DAN.CE. with friends". I due inoltre, in compagnia del Parimba, sulla mitica nord della Presolana Occidentale, aprono “Il senso della misura”.
Rieccoli in azione ora sulla parete più recondita di tutto il massiccio: la Corna delle Quattro Matte. Nasce così “A piede libero” dove continua la loro ricerca di linee da salire in libera con l’utilizzo di protezioni veloci e pochi spit. Linee dove serve una grande capacità di leggere la roccia, saperla interpretare e sapersi proteggere.
Dopo avere disegnato due linee sulla parete dell’Antifupù “Dilettanti allo Sbaraglio” e “Nel dubbio allenarsi!”. Hanno lasciato un segno anche sulla sud della Presolana di Castione “Col senno di poi” dove Giangi aveva già aperto "EN.YU.DAN.CE. with friends". I due inoltre, in compagnia del Parimba, sulla mitica nord della Presolana Occidentale, aprono “Il senso della misura”.
Rieccoli in azione ora sulla parete più recondita di tutto il massiccio: la Corna delle Quattro Matte. Nasce così “A piede libero” dove continua la loro ricerca di linee da salire in libera con l’utilizzo di protezioni veloci e pochi spit. Linee dove serve una grande capacità di leggere la roccia, saperla interpretare e sapersi proteggere.
Secondo
loro questa è: “La
nostra miglior via, una piccola e interminabile (quasi) avventura.”
PREALPI OROBIE - MASSICCIO
DELLA PRESOLANA
CORNA DELLE QUATTRO MATTE
(mt 2240) - parete sud
Via “A piede libero” aperta
a più riprese fra il 2009 e il 2012, liberata il 16 settembre 2012 da Giangi
Angeloni (CAAI) e Daniele Calegari.
Lunghezza 280mt+50mt di prato
ripido per la cima;
Difficoltà: 7c+ (7a obbl.)
Materiale: mezze corde da
60mt., un paio di cordini per clessidre, una serie di nuts, tricam piccoli, una
serie di friends fino al 2 camalot raddoppiando 2/3 misure piccole
(eventualmente doppiare anche il n° 1 e 2 per il primo tiro).
Avvicinamento: lasciata l’auto
al Passo della Presolana (1300mt) seguire il sentiero per il monte Visolo dalla
cui parte finale si può osservare molto bene verso nord la parete. Giunti in
vetta (1000mt di dislivello c.ca) abbassarsi pochi metri verso nord e procedere
verso destra sulla “Ferrata della Porta” scendendo per circa 15 minuti fino a
portarsi sulla direttiva della dorsale erbosa che sale dai torrioni delle
Quattro matte (qui si vede la parete di profilo, possibilità di piazzare una
tendina). Ora scendere per prati ripidi fino al colletto, poi obliquare a
destra abbassandosi alla meglio su prati e roccette fino a giungere a ridosso
della parete sud, a destra di un enorme antro strapiombante nero perennemente
bagnato (quota 1900mt, 400mt di dislivello in discesa dalla vetta del Visolo).
In totale 2h30’ di cammino.
Attacco: in corrispondenza di
un diedro giallo (un nut lasciato alla base).
Discesa: in doppia sulla via
saltando S6 e S1.
Periodo consigliato: da maggio
a ottobre, difficilmente si soffre il caldo in parete, frequenti le nebbie
pomeridiane.
La parete è probabilmente la
più fuori mano del massiccio, con una sola via del 1971
(Belingheri-Bettineschi) e la cima è pochissimo frequentata.
La via è stata aperta a più
riprese dal basso col trapano senza uso di corde fisse (bivacco in portaledge
nell’uscita finale) arrampicando in libera tra un fix e il successivo (dove ci
siamo appesi ai cliff abbiamo sempre posizionato un fix o lasciato il kevlar
nella clessidra ostica da infilare con una sola mano).
La via è consigliata ad
arrampicatori che padroneggiano la difficoltà obbligatoria (i fix sono spesso
distanti e alcuni passi difficili sono esposti al rischio di lunghe cadute) e
che hanno esperienza di vie di roccia da attrezzare in quanto è necessario
utilizzare su tutti i tiri le protezioni veloci (non abbiamo portato chiodi da
fessura). La roccia sul primo tiro e all’inizio del terzo non è sempre sicura,
per il resto è bellissima, nella seconda metà eccezionale.
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