Matteo con sapienza ha colto gli attimi, fissandoli in migliaia e migliaia di pixel. Lo ringrazio per questo ritratto che coglie il piacere che mi spinge tra i monti e la gioia che vivo in attimi di vita verticale, tirando chiodi, accarezzando appigli ed ascoltando storie. L’altro giorno Matteo è tornato con scatti meravigliosi ed io con uno zaino pieno di piccole storie.
Grazie Ennio.
PRESOLANA DI CASTIONE - parete nord
G.A.N. (Gruppo Alpinistico Nembrese), 700 m, VI+ A1
Cinque ottobre 1985, i colpi del martello di Gigi producono note metalliche, suoni che rimbombano nella valle e si inseguono in un gioco di echi, volando sopra i pascoli, tra le pareti. Con pochi colpi forti e decisi il chiodo entra nella fessura calcarea, il tenero acciaio si adatta alle forme capricciose della roccia. Gigi ha una forza impressionante, lui vuole sentirli cantare i suoi chiodi, prima di appendervi la staffa, di passarci un moschettone e poi la corda. Sopra la sua testa settecento metri di parete lo separano dalla vetta della Presolana di Castione, nessuno è mai salito da lì, diritti verso il cuore della parete. Ennio e Nello, i suoi amici di scalata, dal nevaio lo assicurano e ben presto lo raggiungono in sosta. Nei due giorni che li attendono, si alterneranno in testa alla cordata. Gigi aveva adocchiato già da tempo quella linea, che saliva la grande parete evitandone i canalini di sinistra o il sistema di cenge a destra. "La Ovest", come ancora oggi Ennio ama chiamarla, è una parete grande e complessa, la più selvaggia e più alta della Regina. Torniamo ora a Gigi e ai suoni del suo martello, per anni non si era mai azzardato a tentare quella salita perchè restava sempre perplesso e non convinto nella possibilità di trovare roccia di buona qualità. Ormai i tre si sono staccati da terra ed il loro viaggio ha avuto inizio, perplessità e titubanze vengono lasciati sul nevaio alla base della parete. Li attendono due giornate intense vissute in verticale, tra dubbi sul percorso da seguire, il bivacco in parete, la nebbia e la roccia a tratti esaltante e talvolta mediocre.
Sono passati 28 anni ed ora eccomi qui ad assicurare Ennio sul primo tiro e sentirlo raccontare, mentre Matteo si muove sapientemente attorno a noi: "Ricordo ancora come fosse ieri gli ultimi tiri. A causa di un temporale in arrivo, i capelli ci si drizzavano in testa per l’elettricità e l’aria friggeva. Poi ricordo che nel febbraio del 1990 sempre con Gigi, accompagnati a Marco Birolini, ci sono tornato d’inverno. Due giorni intensi e freddissimi per arrivare a capo della nostra linea. Che ci devo fare? A me piace questa parete e nella stagione fredda è un po’ il mio piccolo Eiger". Mentre racconta sorride, mentre racconta scala, a volte ride e poi tace, passa il moschettone nel chiodo e ci parla mentre lo carica con il suo peso. Brevi monologhi, anzi direi frammenti di dialoghi tra lui e quei pezzi d'acciaio piantati da Gigi nel secolo scorso.
In quel lontano 1985 nacque la “G.A.N.”, la via più lunga del massiccio, 700 m di sviluppo che percorrono l’imponente parete nord della Presolana di Castione. Una via meravigliosa per intenditori, una linea dal sapore antico dove se si tende l’orecchio, ancora oggi è possibile sentire l’eco del canto dei chiodi accarezzati dal martello di Gigi.
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