- Sabato 29 marzo - ore 11:07:34 – Cimon della Bagozza -
Stanchezza - Ci sono giorni in cui non è la fatica a fermarti, ma quella
stanchezza latente che invade tutto il corpo, ogni muscolo, ogni cellula. Anche
la mente viene saturata da questa inarrestabile colata di miele che tutto
avvolge. Alla fine la volontà di resistere svanisce con uno scarto netto, stacca
e lascia che sia. Ci si arrende, ci si abbandona, si rallenta sempre di più
sino a fermarsi. Ok è arrivato il momento di riposarsi, stendersi al sole e
attendere. Lascio sedimentare la stanchezza, la
ascolto mentre si deposita negli interstizi del corpo. Non me ne curo e
rivolgo costanti attenzioni al mondo che mi circonda. Non penso e mi limito a
registrare ciò che gli occhi vedono: i giochi di luce sulla neve, i bianchi
ricami sulle rocce, le candide forme modellate dal vento. Catturo il dettaglio
e lo trattengo, quindi chiudo gli occhi e l’immagine
persiste a lungo, mi sento leggero. Leggero, quella sensazione esatta che assaporavo
pocanzi galleggiando sulla polvere, mentre scendevo il pendio in equilibrio
sullo snowboard. Tra i ricordi non c’è stanchezza e non vorrei riaprire gli
occhi. Li apro, il sole mi acceca, strizzo le palpebre e rimetto a fuoco quel
piccolo angolo di mondo che mi circonda. Avido di tanta bellezza lo esploro e
lo accarezzo con lo sguardo. Tra luce e ombra vedo scendere i miei amici
dall'ultimo vallone, le loro sono le uniche tracce che ne increspano la
superficie. In quell’esatto istante un poco li ho invidiati, mi sono alzato e
nel calzare lo snowboard ho sentito le gambe dure come legno. Il corpo mi ha
ricordato la stanchezza e mi sono detto: è stato meglio così.
1 commento:
l'immagine della stanchezza che sedimenta è più che azzeccata.
non riposarti troppo però ..
Mattia
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