IL PARADOSSO
Ritorno al futuro parte II – frammenti di un dialogo:
Doc: “e ci ritroveremo in un paradosso!”
Marty: “Un paradosso? Intendi una di quelle cose che distruggono
l'universo?”
Doc: “Precisamente!”
Buio. Esplosione.
Sventrare una montagna con la dinamite, le trivelle e i bulldozer,
è di per se deprecabile. Alla fine, la ferita viene abbandonata e non si
rimargina. Anzi è, di fatto, un'opportunità ecologica. Nuove condizioni
morfologiche e microclimatiche creano una nicchia in un versante omogeneo,
nicchia che ospita altre specie vegetali ed animali. Questa soluzione di
continuità aumenta la biodiversità del territorio. L'animale ecologicamente più
plastico è quello che meglio si adatta ai cambiamenti, tra questi c'è l'uomo.
In questi non luoghi, dove il ventre della terra viene inciso, sa cogliere
opportunità e bellezza, perché la bellezza sta nell’afferrare lo spirito dei
luoghi, guardarli con occhi diversi, da altre angolature.
È opinione comune che una cava sia uno scempio è opinione comune
che arrampicare in cava faccia schifo. Noi lanciamo la sfida e vogliamo
raccontare lo scempio e lo schifo, senza giudizio, senza morale, sino a quando
la ferita non verrà colmata completamente dai nostri stessi rifiuti,
richiudendo per sempre il ventre della terra.
Rumore di bulldozer che livellano il materiale scaricato dai
camion. Buio. Cresce il silenzio. Rumore d'acqua di stillicidio nel nero di una
grotta.
Fotogallery 1 - Immagini di "Andata e ritorno nel ventre della terra"
Fotogallery 2 - Immagini dell'ultimo "Motore, Azione! Ciak, si gira!"
Perché il paradosso? Perchè è una cocnclusione che appare inaccettabile, perchè sfida un'opinione comune.
"Il
termine paradosso deriva dal greco ed e' composto da para (contro) e doxa
(opinione). I paradossi sono smagliature di assurdita' nel tessuto della
conoscenza: dapprima ci fanno dubitare delle nostre credenze e poi ci spingono
a ridefinire i nostri concetti"
(Piergiorgio
Odifreddi)
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