giovedì 6 giugno 2019

#perdersinmountainbike - riflettendo


Appoggi la bici contro il muretto e ti affacci, giocando con il tuo riflesso. Poi sali sul bordo e lo percorri, camminando in equilibrio. Ti fermi e ti viene voglia di tuffarti e di immergerti sotto quella superficie liquida. Forse lo fai, lo fai, e poi riemergi e ti ritrovi in un altro mondo, un'altra vita, un altro corpo. Dovresti spaventarti, pure la tua bici è sparita, ma sei tranquillo e ti guardi attorno: una spiaggia, le onde di un mare, scogliere e isolotti. Nuoti con calma e a lungo con bracciate regolari, respiri ogni tre, una volta a destra, una volta a sinistra, osservando attorno, sopra e sotto. Ti godi il calore del sole sulla schiena, infine ti immergi e scendi, chiudi gli occhi e ti chiedi in quale mondo sarai quando avrai di nuovo bucato l'acqua, sopra di te. I polmoni bruciano, devi tornare in superficie e lo fai, senti l'aria fresca sul viso, apri gli occhi e ti accoglie la penombra di un bosco. Il manubrio della tua bici sbuca oltre l'orlo del muretto e ti ritrovi in piedi sul bordo.
Osservi a lungo quel pezzo di mondo riflesso, ne apprezzi i colori e il gioco di luci, ci navighi con lo sguardo, lo raccogli e lo porti con te. Passi la lingua sulle labbra, hai ancora il sentore di mare o forse è solo il sudore incrostato della lunga salita.
La tua bici ti attende, pronta a riprendere la discesa interrotta.

 — a Selvino.

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