lunedì 8 gennaio 2018

41 #PICCOLE STORIE – Strana gente gli alpinisti


Ieri un amico ha chiesto “Se qualcuno è in zona passo Presolana mi scatta una foto della Sud?”. Ero in zona nel tardo pomeriggio e la sud della Regina mi ha fatto compagnia per tutto il tempo. Peccato che la luce facesse veramente cagare. Non in senso lato ma limitatamente alla necessità di fare uno scatto che rendesse leggibile quel dedalo di torrioni,canali, bastionate, fessure, avancorpi, spigoli e creste che vengono riassunti in sole cinque lettere ed uno spazio: La Sud. Salgo, scendo e risalgo, mi godo la neve con i miei sci, ma le condizioni di luce peggiorano sempre più. La velatura si fa più compatta e sempre più spessa, un soffitto di piombo sopra la testa. Nessuna profondità, tutto appiattito. Nessun colore, tutto grigio. Poi ho atteso, sperando che accadesse. Sentivo che poteva accadere, c’erano tutti i presupposti. È accaduto. Per pochi minuti è stata un’esplosione fatta di meraviglia, in cui tutti colori del mondo hanno dato vita ai monti. Non sapevo dove guardare, scattavo foto in ogni direzione, cercando di catturare anche solo un briciolo di ciò che i miei occhi vedevano. Ecco, ho pensato, una foto alla Sud della Regina, che brucia nelle luci del tramonto, forse potrà piacere e servire ad Ivo. Chissà cosa se ne farà di questa immagine. Chissà quali idee bislacche gli frullano nella testa. Strana gente gli alpinisti, sempre pronti a fare qualcosa che apparentemente non ha alcun senso, come scalare le montagne e magari farlo d’inverno. Sorrido e i ricordi sono lì che riaffiorano. Esattamente in questi istanti, lo scorso anno, si consumavano le ultime ore di luce del secondo giorno di scalata. Con Daniele eravamo appesi nel cuore della Nord e là, su quelle creste baciate dal tramonto, ci saremmo arrivati solo a notte fonda, arrampicando alla luce delle frontali. Poi la lunga e delicata discesa su quegli scivoli di ghiaccio e neve. Il buio, le luci del fondovalle, la stanchezza, il sentiero percorso con lentezza sotto il peso degli zaini, qualche ora di sonno accovacciati nella paglia della Capanna di Natale presso la chiesetta al Passo. È da alcuni giorni che penso a quella scalata, a cosa mi ha lasciato. Ci penso. E ancora oggi mi viene la pelle d’oca al ricordo di alcuni istanti precisi. Momenti in cui concentrazione, impegno, difficoltà e bellezza si sono fusi in un concentrato di emozioni indelebili, che porterò per sempre con me. Quest’anno non riuscirei nemmeno a staccarmi da terra, ora non ho alcuna motivazione che mi spinga a scalare su quelle bastionate, ma chissà che questa foto non faccia scattare la scintilla e il desiderio d’avventura a qualcun altro. Strana gente gli alpinisti, basta una foto con la luce giusta e iniziano a sognare. Effettivamente, guardando bene, mi è tornata alla mente una vecchia idea, prende sempre più forma. Vedrò di coltivarla e farla crescere, magari uno dei prossimi inverni … Le luci si spengono e i monti si velano nuovamente pronti ad accogliere la notte. Ripongo la macchina fotografica e inizio a scendere, non senza avere salutato la Regina. Strana gente gli alpinisti.
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 — con Ivo Ferraripresso Presolana Monte Pora.

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