“It's a long road behind me
It's a long road ahead”
Neil Young – “The Painter”
Ho preso un vizietto, non è quello a cui qualcuno di voi sta pensando, e ci sto prendendo pure gusto: tornare a casa correndo, dopo una giornata di lavoro. Partire dal centro di Bergamo ed uscire dalla città semplicemente correndo. Mi piace correre in città, salire lungo le mura e girovagare tra i colli. Bergamo è bella. Ma è ancora più bello attraversarla, uscirne. Raggiungere i piedi delle colline e dei monti, imboccare un sentiero ed iniziare a salire tra i boschi. Scivolare via dalle strade trafficate del centro, sfilarsi dai marciapiedi colmi di pedoni. Accorgersi che i rumori si sono placati e l’aria è più leggera, sentirne il buon sapore sul palato e il profumo nelle narici. Il sentiero si fa ripido. La falcata si accorcia e la velocità diminuisce, il ritmo cardiaco cresce ma gli occhi non smettono di guardarsi attorno. Tra le fronde scorgo in lontananza il profilo di Città Alta e mi rendo conto che di strada ne ho fatta e la città si stende tutta sotto di me. Ogni volta sperimento sentieri diversi. Oggi, nelle zone d’ombra, sulla pelle sudata, sento chiaramente il freddo dell’aria. Spingo sulle gambe e continuo a salire. Ora c’è solo il silenzio del bosco che mi avvolge. Ascolto con piacere il suono dei miei passi che spingono sulla terra arida e polverosa. Scollino oltre il crinale e la valle in cui vivo si apre davanti ai miei occhi. La grande e inconfondibile croce del Canto Alto si staglia nel blu. Da lì le creste boscose digradano verso il Canto Basso per proseguire sino al Monte Cavallo e alla Corna Piatta, incorniciando un cielo spazzato dal gelido vento del nord. Sotto è un tripudio di verdi, infinite tonalità che avvolgono e proteggono un pugno di case: il borgo in cui vivo. Oggi voglio salire sino a quelle creste e affacciarmi sulla Valle Brembana e sulle Orobie, per poi iniziare la discesa verso casa. Quanta strada ho davanti, penso. E inizio senza accorgermi a canticchiare una canzone che amo, una gran bella canzone che Neil Young a dedicato a sua figlia. Continuo a correre e canticchio, cercando di ricordarmi il testo della canzone, mentre i pensieri si accavallano l’uno sull’altro. Certo che di strada ne devo fare, non solo oggi, ma da qui sino al giorno del GTO e oltre. Quel giorno poi chissà come sarà, chissà se sarò pronto e se riuscirò a partire. Per ora mi godo la strada fatta, oggi e in tutti questi anni. Poi i pensieri mi riportano alla gara: proprio su questi sentieri si dovranno correre gli ultimi chilometri prima di arrivare in Piazza Vecchia nel cuore di Città Alta. Per ora questo traguardo è un desiderio, un sogno, vedremo di non perderci in questi mesi e di presentarci puntuali alla line a di partenza. Correre tra i prati del Canto Basso mi ha sempre entusiasmato. Neil Young mi fa sempre compagnia mentre inizio l’ultima ripida discesa e canticchio sorridendo: “If you follow every dream, You might get lost. If you follow every dream, You might get lost”
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