Nel 1996 acquisto la prima guida di Versante Sud dedicata all’arrampicata
nel Bergamasco e nel Bresciano. Subito dopo il capitolo dedicato al Pinnacolo
di Maslana, da una paginetta fa capolino Pizzo della Corna, pilastro Nord, Via
Patrizio Merelli. In due righe si liquida l’ora e mezza di avvicinamento ed uno
schizzo è eloquente sulle difficoltà costantemente tra il VI e il VII grado con
un passo di artif. La relazione, basata su informazioni di Mario Merelli – che ha
salito la via con Angelo Todisco - recita che l’itinerario è stato aperto il 17
maggio 1992 e le difficoltà sono di 6c e A1. Tutto ciò mi incuriosisce ed ogni
volta che salgo verso il Pinnacolo di Maslana mi guardo il pilastro ed ogni
volta che mi trovo a Lizzola provo ad immaginare dove sarà la traccia che
conduce in questo luogo.
Ma il tempo passa ed il desiderio di andare a curiosare
diminuisce. Qualche anno fa l’amico Luca Ruggeri mi parla di questo luogo e mi
racconta di altre vie tracciate sul pilastro, dove lui era il compagno di
Angelo. Poco dopo mi consegna un plico di fogli, preparati da Angelo, con tutte
le info sul pilastro e sulle vie aperte.
La curiosità si riaccende, sulla parete est sono sei gli
itinerari chiodati e la “Patrizio Merelli” dalla relazione non appare così
dura, solo un tiro giunge al settimo grado. Passano le estati ed ogni volta mi
riprometto di andare a fare una visita al Pizzo della Corna. Quest’anno Mario
ci ha lasciati e quest’anno la via compie venti anni: è giunto il momento.
È da tempo che con Paolo ci ripromettiamo di legarci alla medesima
corda, accetta il mio invito ed eccoci a Lizzola da dove inizia la nostra
piccola avventura dietro casa, lontano dai soliti posti comodi. Partiamo lungo
una mulattiera che taglia pianeggiante il prato sopra la partenza della
seggiovia. Entriamo in un bosco e due tornanti ci fanno prendere quota. La
mulattiera termina ed un sentiero sale in diagonale al cospetto di grossi
blocchi e si perde tra la vegetazione rigogliosa. Inizia la navigazione a
vista. Saliamo leggermente avvolti da un verde lussureggiante ed attraversiamo verso
il bosco d’abeti e larici. Leggeri saliscendi lungo labili tracce si
susseguono. Sarà la strada giusta? Alcune tacche incise sulla corteccia dei
faggi fan presumere di si. La certezza di seguire il giusto cammino
sopraggiunge quando nell’attraversare delle placche inclinate troviamo una
corda fissa. Gli alberi a cui è fissata la stanno lentamente inglobando nel
legno, vent’anni sono passati da quando Angelo ha fissato quelle corde ed il
tempo e l’oblio tutto fagocita e macina. Proseguiamo, un’altra corda fissa ci
aiuta a superare un canale, Il bosco a volte apre finestre fantastiche sull’alta
valle Seriana e sul massiccio del Coca e Redorta. La nostra parete fa capolino tra le chiome e
giungiamo nel canale di valanga che dobbiamo risalire sino alla base del
pilastro, tre risalti bloccano il cammino ma con facili scalate li superiamo.
Il canalone si allarga e sulla destra si erge la struttura articolata della
parete. Il luogo è decisamente selvaggio, chissà quante sono state le cordate
che in vent’anni si sono ritrovate alla base di questa parete che è sotto gli
occhi di tutti quelli che alzano lo sguardo dalla piazza di Valbondione. Penso
a Mario, lui è lì tra le sue montagne, oggi ci accompagnerà lungo questa sua via.
PIZZO DELLA CORNA - Pilastro Nord - parete est
Sono sei le vie che percorrono la struttura, sulle placche sono
stati utilizzati fix e spit, nelle fessure qualche raro chiodo, per il resto
bisogna arrangiarsi con dadi e friends medio grandi. Artefice di tutto ciò è stato Angelo Todisco
in compagnia di Luca Ruggeri, Nani Dario, Bosio Patrizio e Mario Merelli.
Via Patrizio Merelli
Via Patrizio Merelli
Angelo Todisco e Mario Merelli - 17 maaggio 1992
TD+; 250 m; diff. obbl. 6a; diff.
max 6b+
Attacco: sulla verticale di uno strapiombo, su un muretto
fessurato che poi diviene diedro aperto che conduce ad una cengia alberata.
L1 - 30 m 6a 1 ch 1 fix - sosta su pianta – corta fessura
verticale, diedro fessurato verso sx, placca arrotondata verso sx
L2 - 30 m 6b+ 3 ch 4 fix - sosta su 2 ch e 1 golfaro – spostarsi
a dx risalire il bordo sx di una sottile foglia di roccia, muretto verticale,
fessure verso sx e poi placca a dx sino a prendere una fessura che solca su
muro leggermente strapiombante, sostare sotto un tetto
L3 - 45 m 5b 4 fix 1 ch - sosta 1 ch 1 fix - aggirare il tetto verso dx e risalire una placconata verso sx, con diedro finale e breve rampa erbosa
L4 - 45 m 6a 2 ch - sosta 1 golfaro – continuare su rampa erbosa e puntare ad una fessura lama da risalire integralmente, proseguire per un diedro e poi per due fessure parallele
L5 - 35 m 5a 1 fix - sosta 2 fix - muretto verticale, placche e diedri verso sx, sino alla base di una fessura larga
L6 - 10 m 4b 1 fix - sosta 2 fix con catena – corto traverso a dx
L7 - 50 m 6a 1 ch 2 fix - ssosta due spit – spostarsi pochi metri a dx e salire il diedro, poi direttamente delle placche sino alla prima cengia erbosa
Discesa in doppia sulla via, abbiamo cambiato tutti i cordoni alle soste.
La scalata è simile a quella del pinnacolo anche se il pilastro è più articolato.
A me è piaciuta un sacco, ma io son vecchiaccio, ho dei gusti strani e non faccio testo.
Ringrazio Paolo per avermi accompagnato in questa avventura.
L3 - 45 m 5b 4 fix 1 ch - sosta 1 ch 1 fix - aggirare il tetto verso dx e risalire una placconata verso sx, con diedro finale e breve rampa erbosa
L4 - 45 m 6a 2 ch - sosta 1 golfaro – continuare su rampa erbosa e puntare ad una fessura lama da risalire integralmente, proseguire per un diedro e poi per due fessure parallele
L5 - 35 m 5a 1 fix - sosta 2 fix - muretto verticale, placche e diedri verso sx, sino alla base di una fessura larga
L6 - 10 m 4b 1 fix - sosta 2 fix con catena – corto traverso a dx
L7 - 50 m 6a 1 ch 2 fix - ssosta due spit – spostarsi pochi metri a dx e salire il diedro, poi direttamente delle placche sino alla prima cengia erbosa
Discesa in doppia sulla via, abbiamo cambiato tutti i cordoni alle soste.
La scalata è simile a quella del pinnacolo anche se il pilastro è più articolato.
A me è piaciuta un sacco, ma io son vecchiaccio, ho dei gusti strani e non faccio testo.
Ringrazio Paolo per avermi accompagnato in questa avventura.
La fotogallery
2 commenti:
CIAO, MI FA MOLTO PIACERE CHE ABBIATE RIPETUTO LA VIA APERTA COL CARO AMICO MARIO MERELLI,
ORMAI SONO PROSSIMO AL TRASFERIMENTO DEFINITIVO AL CHILE, E NON CREDO RIUSCIRO' A TORNARE AD ARRAMPICARE NELL'AFFASCINANTE AMBIENTE DEL PIZZO DELLA CORNA, UNA PERTE DI ME COMUNQUE è LASSU'
ANGELO TODISCO
Grazie Angelo, per le parole e soprattutto per le linee che ci hai lasciato sul Pizzo della Corna.
Buon viaggio.
Mau
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