martedì 21 aprile 2020

#unimmaginedicepiudimilleparole - Spietata bellezza


Al limitare del borgo, a cento metri da casa, se ne sta arroccata su di un dosso la chiesetta di San Rocco, protettore degli appestati, dei contagiati, degli emarginati, degli ammalati, dei viandanti, dei pellegrini, degli operatori sanitari, dei farmacisti, dei volontari. Ed ogni mattina quando apro le imposte la vedo e subito il pensiero va alle tragiche cronache di questi giorni, ancor prima di accedere la radio ed essere travolto dalle notizie del contagio. E tutto ciò contrasta con la bellezza del luogo che risplende nella luce che inonda la valle. E poi, in questi giorni di primavera, si rinnova lo spettacolo. La chiesina e tutto il borgo sono avvolti dalla nube bianca dei fiori di ciliegio, decine e decine di piante in ogni dove. Una spruzzata candida e densa, sparsa attorno alle case e nei prati che a poco a poco sfuma nelle tinte brune dei boschi, dove il carpino ha dischiuso timidamente le gemme, nel verde tenero di giovani foglie, e l'orniello si appresta a dispiegare spighe fiorite, dalle tinte cremose e profumate. Ma ora è la bellezza dei ciliegi che stordisce e lascia ammutoliti, e quel ronzare di vita che ne popola le chiome.
I ritmi del mondo e della natura si rinnovano potenti, incessanti non si curano delle faccende umane, delle nostre gioie e dei nostri tormenti. La bellezza della natura non ha pietà e non si commuove e non partecipa al nostro dolore, alle nostre tragedie. Ma in questa bellezza trovo ristoro, trovo quiete, trovo la forza per immergermi nel vivere quotidiano. Ed il pensiero si fa chiaro e la nostra piccolezza è un dato di fatto evidente, impotenti di fronte alla bellezza del mondo.

Lei è lì, che io lo voglia o no. Lei è lì, che io la sappia cogliere o meno. E non posso non chiedermi, anche questa volta: “Chissà se ne facciamo parte, e in che misura, di tanta bellezza.”


 — presso Olera, Alzano Lombardo.

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